Educare nell’era dell’IA: la scuola basta ancora?

Come aiutare i figli a crescere nell’era dell’IA, tra laboratori digitali, terra e scelte educative non misurabili.

10 ottobre 2025 13:39
Educare nell’era dell’IA: la scuola basta ancora? - IA Intelligenza Artificale a scuola
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L’intelligenza artificiale sta cambiando radicalmente il nostro modo di apprendere, vivere e crescere i figli. Victoria de la Fuente, imprenditrice e madre, si interroga sul futuro dell’educazione: ha ancora senso il modello scolastico tradizionale? O è tempo di ripensare tutto, a partire da ciò che rende umani?

Dall’informazione ovunque al bisogno di senso

Oggi i bambini crescono in un mondo dove i dati abbondano, ma il significato scarseggia. L’intelligenza artificiale non solo risponde alle domande, ma propone interpretazioni, stili, e persino opinioni. Un ragazzo chiede all’IA un saggio su Platone e riceve tre versioni diverse. Discute, rielabora, riflette. E poi si chiede: “Ha ancora senso leggere l’originale?”. Il cuore del problema non è più l’accesso al sapere, ma la capacità di comprenderlo e usarlo in modo critico. Le scuole continuano a premiare la memoria, mentre fuori dalle aule gli algoritmi premiano la creatività e l’adattabilità. L’educazione non può più ignorare questa dissonanza.

La scuola non ha scelto l’IA, ma l’IA è già in classe

Nonostante i regolamenti, gli studenti usano già chatbot per scrivere, ragionare e risolvere problemi. Alcuni insegnanti denunciano un nuovo tipo di plagio: quello in cui non si copia, ma si delega il pensiero. Tuttavia, l’IA non è nemica. Mostra i suoi limiti e, proprio lì, rivela ciò che rende unica la mente umana: l’intuizione, l’empatia, il dubbio. Secondo Victoria de la Fuente, la sfida non è combattere l’intelligenza artificiale, ma ridefinire il ruolo della scuola. Serve educare alla scelta, non alla ripetizione. Insegnare la presenza, quando l’attenzione è diventata la risorsa più rara. Allenare il pensiero critico, non solo le risposte corrette.

Tra foreste-laboratori e codici nei campi: nuovi modelli educativi

Di fronte al cambiamento, molte famiglie esplorano strade radicali. Alcuni scelgono la terra, integrando programmazione e agricoltura solo quando serve. Altri spingono i figli nei laboratori digitali fin dalla prima infanzia. Due visioni opposte, guidate dalla stessa urgenza: prepararli a un futuro incerto.
Se l’IA supera ogni abilità misurabile, resta l’essenziale: empatia, curiosità, resilienza. Le competenze invisibili ma fondamentali. Il nuovo compito della scuola non è trasmettere contenuti, ma coltivare esseri umani capaci di dare senso, scegliere, stare al mondo. Non ci servono più bambini geniali, ma presenti e pronti.

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