Educazione sessuale: la replica di Valditara a Carlo Verdelli

Valditara chiarisce la sua posizione sull'educazione sessuale e difende il ddl sul consenso informato contro le accuse di "passo indietro".

A cura di Scuolalink Scuolalink
20 ottobre 2025 12:39
Educazione sessuale: la replica di Valditara a Carlo Verdelli - Il Ministro dellIstruzione e del Merito Giuseppe Valditara
Il Ministro dellIstruzione e del Merito Giuseppe Valditara
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Il Ministro Valditara replica a Carlo Verdelli, smentendo il "passo indietro" sull'educazione sessuale nelle scuole. Il Ministro sottolinea che l'educazione al rispetto è ora obbligatoria e finanziata, distinguendola dal ddl sul consenso informato, pensato per fermare le "teorie gender" senza il via libera dei genitori. Di seguito il contenuto integrale del comunicato stampa a firma del ministro Valditara.

Educazione sessuale in aula e consenso informato, replica del Ministro Valditara all’articolo del Corriere della Sera del 18 ottobre «L'educazione sessuale. Il passo indietro nelle scuole» a firma di Carlo Verdelli

Ho letto con stupore l'articolo di Carlo Verdelli: «L'educazione sessuale. Il passo indietro nelle scuole». Trovo molte affermazioni non corrette. Le nuove Linee guida sulla educazione civica prevedono infatti come obiettivi di apprendimento, dunque obbligatori, l'educazione alle relazioni e l'educazione al rispetto, verso chiunque e in particolare verso la donna. Non si tratta solo di dare contenuto alle 33 ore di educazione civica, ma è previsto che questi temi debbano caratterizzare anche gli insegnamenti disciplinari. È la prima volta che questo accade, chi ha governato prima, e ora protesta, non lo aveva disposto.

Quanto da noi previsto non sono «bugie pietose». Lo dimostrano le risposte date ad un questionario inviato agli istituti superiori. II 90% delle scuole ha attivato corsi di educazione alle relazioni e al rispetto, nella stragrande maggioranza curricolari. Secondo i docenti, nel 70% dei casi si è avuto un miglioramento nel comportamento dei giovani. Abbiamo anche incaricato Indire di avviare una formazione ad hoc per i docenti stanziando oltre 3 milioni di euro. Abbiamo reperito altri 13 milioni di euro per le attività in classe con gli studenti. Sono risorse che prima non erano mai state destinate per queste finalità. Inoltre l'educazione al rispetto, alle relazioni e all'empatia è prevista ora pure nei nuovi «programmi scolastici».

Anche qui è la prima volta che lo si prevede obbligatoriamente. Veniamo alla educazione sessuale. Una premessa: i femminicidi non si combattono con l'educazione sessuale: l'educazione sessuale si fa da decenni nei Paesi del Nord Europa che però nel mondo occidentale sono in cima alla lista per femminicidi e violenze sessuali, con tassi di molto superiori all'Italia. L'educazione sessuale è importante per una corretta conoscenza del corpo e della sua evoluzione biologica, per una protezione dai rischi di malattie sessualmente trasmissibili e per una consapevole gestione della sessualità. Al riguardo è falso affermare che il ddl sul consenso informato abbia eliminato l'educazione sessuale. Al contrario, il testo precisa proprio: «Fermo restando quanto previsto dalle Indicazioni nazionali».

Nelle nuove Indicazioni, nel corso di scienze è previsto fra l'altro lo studio delle differenze sessuali fra maschio e femmina, della evoluzione sessuale del corpo, della riproduzione, del concepimento e della procreazione, delle caratteristiche della pubertà, dei rischi derivanti dalle malattie sessualmente trasmesse. L'opposizione fa propaganda affermando che impediremmo l'educazione sessuale nelle scuole.

La legge sul consenso informato ha piuttosto lo scopo di non creare confusione nei bambini insegnando le cosiddette teorie gender, cioè teorie secondo cui accanto ad un genere maschile e femminile ci sarebbero altre identità di genere che non sono né maschili né femminili. Siccome l'articolo 30 della Costituzione attribuisce innanzitutto ai genitori il compito di educare i figli, riteniamo giusto che siano i genitori di minori a decidere se far frequentare ai figli adolescenti lezioni sulla identità di genere dopo aver avuto adeguate informazioni sul contenuto dei corsi.

In questo caso non sarà più possibile per associazioni ideologizzate far propaganda, spesso retribuita dai contribuenti, nelle scuole: le lezioni dovranno essere affidate a professionisti seri: psicologi, medici, docenti universitari. La riforma del consenso informato rappresenta un passo avanti nella cultura del rispetto e non certo «un passo indietro».

Giuseppe Valditara
Ministro dell'Istruzione e del Merito

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