Educazione sessuale: via libera alle nuove regole con il consenso anche alle medie

Il provvedimento estende la possibilità di corsi alle medie ma vincola l'educazione sessuale all'autorizzazione preventiva delle famiglie.

03 dicembre 2025 10:00
Educazione sessuale: via libera alle nuove regole con il consenso anche alle medie - Camera dei Deputati
Camera dei Deputati
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L'Assemblea di Montecitorio ha dato il via libera alle nuove norme che regolano l'educazione sessuale a scuola. Il testo approvato allinea le scuole medie agli istituti superiori, richiedendo però tassativamente il consenso informato dei genitori per l'avvio dei progetti. Le attività rimangono facoltative e vietate per l'infanzia, delineando un quadro normativo complesso che ora attende il passaggio al Senato.

Le novità sull'educazione sessuale e il ruolo delle famiglie

Il recente voto alla Camera ha introdotto modifiche significative al Disegno di legge sul consenso informato, in particolare accogliendo un emendamento che include le scuole medie nei percorsi formativi su affettività e sessualità. Questa decisione supera il divieto inizialmente previsto in commissione, uniformando le regole per la scuola secondaria di primo e secondo grado, pur mantenendo vincoli stringenti.

Nonostante l'apertura normativa, il provvedimento non rende la materia obbligatoria né la inserisce formalmente nei programmi scolastici ministeriali. La legge si limita a definire le modalità operative qualora i singoli istituti decidano autonomamente di proporre tali attività, lasciando di fatto la scelta alla discrezionalità delle scuole e delle famiglie.

Come funziona il meccanismo del consenso preventivo

Il cuore della normativa risiede nella gestione delle autorizzazioni per qualsiasi attività, curricolare o extracurricolare, che tratti temi legati alla sessualità, all'affettività o all'orientamento sessuale. Per garantire la trasparenza, sono stati fissati paletti precisi:

  • Autorizzazione esplicita: È necessario il consenso scritto dei genitori per gli studenti minorenni, o dello studente stesso se maggiorenne.

  • Tempistiche e dettagli: La richiesta va inviata almeno sette giorni prima dell'evento, tramite un modulo che specifichi obiettivi, contenuti e metodologie.

  • Esperti esterni: Deve essere segnalata la presenza di eventuali figure professionali esterne alla scuola.

  • Supervisione: Durante lo svolgimento delle attività con minori, è obbligatoria la presenza di un docente di classe.

I divieti per i più piccoli e i rischi di disuguaglianza

Un punto fermo del testo riguarda i cicli scolastici inferiori: per la scuola dell'infanzia e la scuola primaria, qualsiasi forma di educazione sessuale rimane esplicitamente vietata. Questa distinzione netta separa il percorso educativo dei bambini da quello dei preadolescenti, escludendo i più piccoli da ogni iniziativa in materia.

L'applicazione pratica della norma solleva interrogativi sulla possibile creazione di disparità formative sul territorio nazionale. Poiché l'attivazione dei corsi dipende dalla volontà della scuola e dal permesso dei genitori, gli studenti senza autorizzazione verranno indirizzati verso attività alternative, perdendo l'opportunità di confronto coi pari.

Questa frammentazione rischia di lasciare molti giovani privi di strumenti adeguati per comprendere le dinamiche relazionali, esponendoli maggiormente a informazioni non verificate, stereotipi di genere o contenuti inappropriati reperibili online. Mentre il governo sottolinea la tutela della libertà educativa genitoriale, resta aperto il dibattito su come garantire una formazione omogenea e protettiva per tutti gli studenti.

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