Emergenza educativa: il comunicato CNDDU dopo il caso di Treviso

Il CNDDU denuncia una profonda emergenza educativa dopo l'aggressione a Treviso e chiede un patto sociale per la cultura della legalità.

A cura di Scuolalink Scuolalink
10 novembre 2025 15:00
Emergenza educativa: il comunicato CNDDU dopo il caso di Treviso - Coordinamento Nazionale Docenti
Coordinamento Nazionale Docenti
Condividi

L'episodio della baby gang tra Treviso e Vicenza è il sintomo di una profonda emergenza educativa. Il CNDDU esprime preoccupazione per la deriva giovanile, evidenziando la mancanza di rispetto e la perdita di valori. Serve una risposta immediata che parta dalla scuola e dalla famiglia.

Treviso–Vicenza, baby gang minaccia autista: il CNDDU denuncia l’emergenza educativa e chiede un forte impegno per la scuola pubblica e la cultura della legalità

Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani esprime profonda preoccupazione per il grave episodio avvenuto su un autobus di linea tra Treviso e Vicenza, che ha visto protagoniste alcune adolescenti responsabili di offese, minacce e comportamenti irrispettosi nei confronti dell’autista e degli altri passeggeri.

Ancora una volta, la cronaca ci restituisce l’immagine di una gioventù disorientata, che sembra aver smarrito il senso del limite e il rispetto delle regole fondamentali della convivenza civile. Non si tratta di episodi isolati, ma di indicatori di un disagio relazionale e valoriale sempre più evidente, che richiede una risposta pedagogica e culturale sistemica.

Non possiamo limitarci all’indignazione momentanea. È necessario un impegno sociale comune, corale e strutturale, per restituire ai giovani punti di riferimento chiari, esempi credibili e contesti educativi capaci di accogliere e orientare. La famiglia, la scuola, le istituzioni e il mondo dell’informazione devono allearsi in una responsabilità condivisa.

In particolare, il Coordinamento sottolinea l’urgenza di un forte investimento nella scuola pubblica, presidio autentico della democrazia e luogo privilegiato per costruire la cultura del rispetto, della legalità e dei diritti umani. Senza risorse adeguate, senza docenti formati e sostenuti, senza spazi di dialogo e partecipazione reale, ogni appello all’educazione resta lettera morta.

Da un punto di vista psicoeducativo, questi comportamenti rivelano non solo un deficit di educazione civica, ma una più profonda carenza di alfabetizzazione emotiva. Le giovani coinvolte sembrano incapaci di decodificare la frustrazione, di gestire l’attesa e di attribuire valore all’autorità come riferimento protettivo, non come limite da abbattere. È un fenomeno che trova radici nella dispersione affettiva, nell’eccessiva esposizione digitale e nella mancanza di esperienze formative basate su cooperazione e responsabilità.

Il CNDDU chiede al Ministro dell’Istruzione e del Merito un impegno concreto e visibile nel promuovere la cultura della legalità come pilastro della formazione civica dei giovani. Ciò significa inserire nei curricoli scolastici percorsi stabili di educazione socio-emotiva, giustizia riparativa, e mediazione dei conflitti, capaci di rafforzare le competenze relazionali e la consapevolezza dei propri diritti e doveri.

La scuola non può essere lasciata sola a fronteggiare l’ondata di disorientamento e aggressività che attraversa le nuove generazioni. Occorre una politica educativa di lungo respiro che restituisca dignità al lavoro degli insegnanti, garantendo formazione psicopedagogica continua e strumenti per affrontare la complessità dei nuovi contesti giovanili.

Esprimiamo la nostra solidarietà all’autista coinvolto e a tutti gli operatori che ogni giorno garantiscono servizi essenziali con dedizione e rispetto.

Solo un grande patto sociale per l’educazione, sostenuto da investimenti, valori condivisi e responsabilità diffusa, potrà arginare la deriva di violenza e superficialità che minaccia il tessuto civile del Paese.

Serve una rinascita etica e culturale che parta dalle aule, dai luoghi pubblici e dalle famiglie, affinché il rispetto torni a essere la cifra della nostra civiltà. Le nuove generazioni devono poter contare su adulti coerenti, presenti e capaci di testimoniare, prima ancora che insegnare, la legalità.

Il CNDDU auspica l’attivazione di tavoli permanenti tra scuola, enti locali e associazioni per costruire percorsi educativi condivisi e sostenibili. È necessario riaccendere nei giovani la fiducia nelle istituzioni e la consapevolezza che ogni diritto comporta un dovere.

Solo una comunità educante coesa potrà trasformare la rabbia e la noia in impegno, la trasgressione in responsabilità, la fragilità in cittadinanza attiva.

prof. Romano Pesavento, presidente CNDDU

Le migliori notizie, ogni giorno, via e-mail