Esami 2025 e studenti con disabilità: dubbi sulle prove equipollenti
Maturità 2025 e studenti con disabilità: la circolare del Ministero non chiarisce il nodo delle prove equipollenti, aumentando dubbi e disagi
A pochi giorni dalla Maturità 2025, resta irrisolto il problema delle prove per gli studenti con disabilità. Il Ministero ha accolto solo in parte le richieste delle associazioni, ma la circolare inviata alle scuole non chiarisce il nodo cruciale: cosa significa davvero “prove riconducibili” a quelle ufficiali? La mancata reintroduzione della norma abrogata genera incertezza nelle Commissioni
Il nodo delle prove riconducibili per alunni con disabilità e l’articolo abrogato
Per gli studenti con disabilità che svolgono un PEI semplificato, le prove finali devono essere “riconducibili a quelle ufficiali”, secondo quanto stabilito dall’articolo 20 del d.lgs. n. 62/2017. Tuttavia, tale definizione lascia spazio a interpretazioni controverse. In passato, l’articolo 6 comma 1 del DPR 323/1998 chiariva che le prove equipollenti potevano differire per contenuti e modalità, a condizione che permettessero il conseguimento del titolo di studio. Con l’abrogazione di questa norma, il concetto di “equipollenza” è diventato più incerto e meno tutelante.
Decisioni arbitrarie e ritardi nell’organizzazione delle prove
In assenza di riferimenti normativi chiari, i Presidenti di Commissione possono mettere in discussione le prove predisposte per gli studenti con disabilità, anche se coerenti con quanto fatto nel corso dell’anno scolastico. È capitato che alcune commissioni, per evitare attese dopo l’apertura delle buste ministeriali, tentassero di predisporre le prove personalizzate in anticipo. Tuttavia, l’attuale formulazione normativa non consente margini di autonomia certi, e molti Presidenti impongono l’attesa delle buste ufficiali, con disagi evidenti per gli alunni coinvolti.
La circolare ministeriale delude le aspettative
Le associazioni avevano chiesto di ripristinare integralmente l’art. 6 comma 1, ma la risposta del Ministero, datata 12 giugno, è stata deludente. La nuova circolare riprende solo elementi marginali della norma abrogata, lasciando irrisolte le ambiguità sulla definizione e sulla validità delle prove riconducibili. Una decisione che, invece di aiutare, rischia di aggravare l’incertezza interpretativa e creare problemi organizzativi proprio nei giorni cruciali degli esami. Le associazioni sperano ancora in un intervento tempestivo che restituisca chiarezza e diritti agli studenti coinvolti.