Età pensionabile: l’Italia davanti a una scelta cruciale nel 2027

Adeguamento età pensionabile al centro del dibattito: nel 2027 previsto un aumento di tre mesi. In gioco sostenibilità, equità e futuro del sistema.

04 agosto 2025 21:40
Età pensionabile: l’Italia davanti a una scelta cruciale nel 2027 - aumento età pensione
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Nel 2027 l’Italia dovrà affrontare una delle decisioni più delicate in ambito previdenziale: l’adeguamento età pensionabile alla speranza di vita. Questo meccanismo, introdotto con la riforma Fornero nel 2011, prevede un innalzamento automatico dell’età pensionabile ogni due anni, in base ai dati Istat. Dal 1° gennaio 2027 scatteranno tre mesi in più per accedere sia alla pensione di vecchiaia (67 anni e 3 mesi) sia a quella anticipata (43 anni e 1 mese per gli uomini, 42 anni e 1 mese per le donne).

Il principio dietro il meccanismo dell'adegiamento dell'età pensionabile

I legislatori hanno introdotto l’adeguamento età pensionabile per rendere sostenibile il sistema pensionistico. Con l’aspettativa di vita in aumento, anche il tempo trascorso in pensione cresce, mettendo sotto pressione i conti pubblici. Per questo motivo, chi vive più a lungo dovrebbe lavorare più a lungo, così da mantenere l’equilibrio tra contributi versati e prestazioni erogate.

I nuovi esodati: un rischio concreto

Dietro le cifre si nascondono storie reali. Circa 44.000 lavoratori, tra il 2020 e il 2024, hanno scelto l’uscita anticipata dal lavoro tramite isopensioni o contratti di espansione. Queste persone hanno pianificato il proprio futuro contando sulle regole attuali. Ora rischiano di trovarsi senza reddito, intrappolati in una zona grigia simile a quella degli esodati post-riforma Fornero. Il solo annuncio dell’adeguamento età pensionabile ha già generato forte preoccupazione.

Il costo del blocco dell’adeguamento

Fermare il meccanismo nel 2027 costerebbe allo Stato circa un miliardo di euro nel biennio 2027-2028. La cifra, seppur contenuta rispetto al totale della spesa pubblica, va letta nel contesto di un sistema pensionistico che entro il 2040 raggiungerà il 17,1% del PIL, ben oltre la media europea. La spesa continuerà a crescere fino al 2043, nonostante le riforme attuate negli ultimi decenni.

Le mosse del governo

Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha lasciato intendere una possibile sospensione dell’adeguamento età pensionabile, ma senza definire ancora le modalità. L’ipotesi più concreta riguarda l’inserimento del blocco nella Manovra 2026. Per finanziare la misura, il governo potrebbe chiedere uno scostamento di bilancio, previa autorizzazione del Parlamento e negoziazione con l’Unione Europea. Tuttavia, aumentare il deficit in questa fase potrebbe scontrarsi con i nuovi vincoli del Patto di Stabilità europeo.

Serve una riforma strutturale

La vera sfida non riguarda solo il 2027, ma l’intera architettura del sistema pensionistico. Gli esperti spingono per una riforma organica che bilanci sostenibilità economica, equità tra generazioni, flessibilità in uscita e adeguatezza delle pensioni. Tra le proposte in campo: meccanismi di flessibilità compensata, corridoi di uscita differenziati per categorie professionali e incentivi alla previdenza complementare.

Il confronto con l’Europa sull'età pensionabile

Altri Paesi europei affrontano sfide simili. La Germania adotta già l’adeguamento età pensionabile automatico, mentre in Francia la riforma pensionistica ha provocato forti proteste. L’Italia, però, ha un sistema stratificato e complicato da decenni di interventi frammentari. Senza una visione coerente e lungimirante, ogni intervento rischia di diventare una toppa provvisoria.

Serve visione, non rinvii

Bloccare l’adeguamento età pensionabile nel 2027 potrebbe offrire un sollievo temporaneo. Ma senza una strategia di lungo termine, il Paese tornerà ciclicamente ad affrontare le stesse tensioni.