Fabbisogno scolastico Vs immissioni in ruolo: esiste ancora il precariato, la denuncia di Anief

Le 65mila immissioni in ruolo nella scuola non bastano a fermare il precariato. Anief denuncia l'abuso di contratti a termine, soprattutto sul sostegno.

A cura di ScuolaLINK ScuolaLINK
07 agosto 2025 18:39
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Le immissioni in ruolo insufficienti contro il precariato - Nonostante 65mila immissioni in ruolo autorizzate, il sistema scolastico italiano non riesce a coprire il suo reale fabbisogno. La denuncia arriva dal sindacato Anief, che sottolinea il continuo e massiccio ricorso ai contratti a termine anche per posti stabili.

La questione centrale resta il precariato e i posti in deroga

Il problema del precariato nella scuola italiana rimane una questione centrale. Secondo il sindacato Anief, le 65mila immissioni in ruolo approvate dal governo non sono sufficienti a soddisfare le necessità degli istituti. Una criticità particolarmente evidente riguarda il sostegno, dove circa il 70% delle cattedre è in deroga, ovvero assegnate annualmente a supplenti anziché a docenti di ruolo. Questa situazione di instabilità non coinvolge solo il personale docente, ma si estende anche al personale ATA, che include assistenti tecnici, amministrativi e collaboratori scolastici, figure essenziali per il corretto funzionamento delle scuole.

La procedura d'infrazione UE

L'Italia è da anni sotto la lente dell'Unione Europea per l'abuso dei contratti a termine nel settore pubblico. La procedura di infrazione n. 4231 del 2014 evidenzia proprio come lo Stato continui a utilizzare contratti a tempo determinato per coprire posti vacanti e stabili, violando le normative comunitarie. Di fronte a un quadro normativo che non subisce modifiche significative, il sindacato prosegue la sua battaglia legale per tutelare i lavoratori precari. Nei primi sette mesi del 2025, i risarcimenti ottenuti tramite ricorsi hanno raggiunto i 12 milioni di euro, a testimonianza di una situazione che richiede interventi strutturali e non più deroghe.

In conclusione, le immissioni in ruolo, sebbene numerose, non risolvono l'annoso problema del precariato scolastico. La stabilità del sistema e la continuità didattica sono compromesse dal massiccio ricorso a supplenze su posti vacanti, una pratica che ha portato anche a una procedura d'infrazione europea e a continue battaglie legali.