Famiglia nel bosco, la triste verità della tutrice: 'Bimbi analfabeti e senza vaccini'
Nuovi dettagli sulla famiglia nel bosco: la tutrice evidenzia lacune scolastiche mentre il padre attende fiducioso il ricorso.
La complessa vicenda della famiglia nel bosco prosegue con nuovi sviluppi giudiziari e sociali. In attesa della prossima decisione della Corte d'Appello, la tutrice legale ha evidenziato gravi lacune nel livello di istruzione dei tre bambini, attualmente ospitati in una struttura protetta.
La speranza di Nathan Trevallion
Nathan Trevallion ha mostrato un rinnovato ottimismo dopo il recente incontro con i funzionari dell'ambasciata australiana e gli assistenti sociali. L'uomo confida nell'accoglimento del ricorso contro l'allontanamento dei figli, sperando concretamente di poter riunire il nucleo familiare prima delle festività natalizie. A supportare la famiglia è intervenuto Armando Carusi, un imprenditore locale che ha messo gratuitamente a disposizione il suo Bed-and-Breakfast. Tale offerta assicura una sistemazione temporanea adeguata per i prossimi tre mesi, permettendo così di svolgere i necessari lavori di ristrutturazione nell'abitazione rurale, finita al centro delle contestazioni riguardanti l'idoneità abitativa.
Le lacune educative e sanitarie
La tutrice Maria Luisa Palladino ha fornito dettagli preoccupanti sul percorso formativo pregresso dei minori. Dalle valutazioni è emerso che i bambini non sanno leggere e, allo stato attuale, la sorella maggiore riesce a scrivere soltanto il proprio nome sotto dettatura. All'interno della comunità, i piccoli sono ora coinvolti in attività ludiche e didattiche fondamentali per imparare l'alfabeto e socializzare con i coetanei. Parallelamente, è stato attivato un protocollo sanitario urgente che prevede l'esecuzione dei richiami vaccinali mancanti e una specifica valutazione neuropsichiatrica, passaggi ritenuti essenziali per tutelare la salute e il corretto sviluppo psicofisico dei tre fratellini.
Il futuro della famiglia nel bosco
Le istituzioni lavorano per favorire un riavvicinamento graduale, programmando incontri fissi tra il padre e i figli nei giorni di martedì, giovedì e sabato. Questo iter serve a ricostruire gli equilibri familiari necessari prima di un eventuale ricongiungimento definitivo. I tempi di permanenza nella struttura protetta restano però incerti e sono strettamente legati all'esito dell'udienza fissata per il 16 dicembre all'Aquila. In quella sede, i giudici dovranno pronunciarsi sulle misure cautelari del Tribunale per i minorenni, stabilendo se esistono le condizioni di sicurezza per permettere ai minori di tornare a quella particolare vita lontana dalla civiltà che i genitori avevano originariamente scelto per loro.