Ferie non godute: docente precario ottiene 4.000 euro di risarcimento a Cosenza

Una sentenza del Tribunale di Cosenza riconosce ad un docente precario un risarcimento di 4.000 euro per le ferie non godute. Svolta per la tutela dei diritti.

06 maggio 2025 19:41
Ferie non godute: docente precario ottiene 4.000 euro di risarcimento a Cosenza - Sentenza del Giudice
Sentenza del Giudice
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Il Tribunale di Cosenza ha riconosciuto un risarcimento di 4.000 euro ad un docente precario per le ferie non godute al termine del suo contratto a tempo determinato. La decisione, emessa con la sentenza n. 792/2025, segna un precedente significativo per la tutela dei diritti dei supplenti scolastici.

Indennità ferie: un diritto anche per i contratti a termine

Il giudice ha ribadito che anche i lavoratori con contratto a termine nella scuola pubblica hanno pieno diritto all’indennità sostitutiva delle ferie maturate e non fruite. Tale principio è sancito dalla normativa italiana e rafforzato dalla giurisprudenza europea, che tutela il diritto alle ferie retribuite come elemento essenziale del rapporto di lavoro. La Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha più volte condannato prassi discriminatorie, imponendo l’equiparazione tra docenti precari e colleghi di ruolo per quanto riguarda le tutele economiche.

La battaglia legale e la sentenza del Tribunale di Cosenza

Il docente, assistito dal sindacato Asset Scuola, aveva lavorato per circa due anni in una scuola della provincia di Cosenza con un contratto a tempo determinato conclusosi a giugno. Alla scadenza non gli era stata corrisposta l’indennità per le ferie accumulate e non usufruite per motivi organizzativi. Il Tribunale ha riconosciuto la fondatezza della richiesta, condannando l’amministrazione scolastica al pagamento di circa 4.000 euro, comprensivi di interessi e rivalutazione monetaria.

Le implicazioni della sentenza per i docenti precari

Questa sentenza conferma che l’assenza di fruizione delle ferie non può determinare la perdita del relativo compenso economico, a meno che il lavoratore sia stato messo nelle condizioni di utilizzarle, circostanza che non si è verificata in questo caso. Si tratta di un importante passo avanti nella tutela dei diritti dei docenti precari, che spesso subiscono disparità di trattamento rispetto ai colleghi di ruolo.