Fisco: controlli serrati e sanzioni per chi non aderisce al Concordato
Fisco intensifica i controlli su contribuenti a rischio e inasprisce le sanzioni per chi non aderisce al Concordato preventivo biennale 2025-2026.


L'Agenzia delle Entrate intensifica i controlli su una lista di contribuenti considerati a rischio evasione fiscale. Conti correnti, banche dati e archivi dei rapporti finanziari diventano i principali strumenti di indagine. Chi non aderisce al Concordato preventivo biennale 2025-2026 rischia controlli approfonditi da parte del Fisco e della Guardia di Finanza.
Chi finisce nel mirino del Fisco
Il Fisco punta i riflettori su quei contribuenti, in particolare partite IVA, che hanno la possibilità di aderire al Concordato preventivo biennale ma non lo hanno fatto. Il mancato adesione rappresenta un forte indizio per l’avvio di verifiche approfondite. L'Agenzia delle Entrate programma un’intensa attività di controllo su questa categoria, utilizzando tutte le informazioni disponibili nelle banche dati e negli archivi pubblici.
Come funzionano i controlli su conti correnti e rapporti finanziari
L’Anagrafe dei conti finanziari raccoglie informazioni non solo sui conti correnti, ma anche su depositi, pacchetti azionari, obbligazioni, titoli di Stato e qualsiasi movimentazione economica rilevante. Questi dati vengono incrociati con quelli di altri registri pubblici, come il registro dei protesti, il registro delle imprese e il PRA. Grazie al decreto Salva Italia (Dl 201/2011), gli operatori finanziari devono comunicare tutte le movimentazioni finanziarie all’archivio dei rapporti finanziari, facilitando così il lavoro di controllo del Fisco.
Termine per aderire al concordato preventivo biennale e conseguenze della mancata adesione
I contribuenti hanno tempo fino al 30 settembre 2025 per aderire al Concordato preventivo biennale 2025-2026. Dopo questa data, l’Agenzia delle Entrate intensificherà le verifiche sui soggetti che non hanno aderito, programmando un uso più massiccio delle risorse disponibili. Ad esempio, se ci sono 80 operatori dedicati, almeno 70 saranno impiegati nell’analisi e nei controlli sulle posizioni a rischio. Chi non aderisce viene considerato automaticamente un potenziale evasore fiscale e si avviano controlli mirati alla ricerca di prove.
Inasprimento delle sanzioni per i contribuenti nella lista dei potenziali evasori
Oltre ai controlli più severi, i contribuenti che non aderiranno al Concordato si troveranno a dover affrontare sanzioni più pesanti. Il decreto legislativo 471/1997 prevede che, quando la sanzione amministrativa supera i 50.000 euro, si applicano sanzioni accessorie particolarmente gravi. Queste includono l’interdizione da cariche societarie, l’esclusione da gare pubbliche, il divieto di ottenere licenze o autorizzazioni e la sospensione dall’attività lavorativa o imprenditoriale. Per chi non aderisce al Concordato, questa soglia si dimezza a 25.000 euro, rendendo le sanzioni ancora più stringenti.
Cosa fare per evitare i controlli e le sanzioni
Per ridurre il rischio di essere sottoposti a controlli serrati e a pesanti sanzioni, i contribuenti interessati devono aderire al Concordato preventivo biennale entro il termine stabilito. In questo modo, l’Agenzia delle Entrate applica controlli meno rigidi e concede una maggiore possibilità di regolarizzare la propria posizione fiscale.
La mancata adesione al Concordato preventivo biennale 2025-2026 espone i contribuenti a controlli fiscali intensificati e a sanzioni più severe. Il Fisco utilizza tutti i dati disponibili per monitorare i rapporti finanziari e identificare i potenziali evasori, rendendo il rispetto delle scadenze e delle normative una priorità per chi vuole evitare guai con il fisco.