Foggia, brutale aggressione ad un diciannovenne: un fallimento che impone una riflessione

Brutale aggressione a un diciannovenne a Foggia. L'appello CNDDU ad investire nell'educazione ai diritti umani e alla non violenza nelle scuole.

28 settembre 2025 08:29
Foggia, brutale aggressione ad un diciannovenne: un fallimento che impone una riflessione - vittime di aggressioni
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La brutale aggressione a un diciannovenne a Foggia riaccende il dibattito sull'emergenza educativa. Un episodio di violenza che interroga la scuola e la società, sottolineando l'urgenza di investire in un futuro basato sul rispetto e sulla convivenza civile, un vero fallimento collettivo.

Foggia, brutale aggressione a un diciannovenne: urgente riflessione educativa

Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani esprime sgomento e sincera vicinanza ad Andrea Tigre, giovane studente e sportivo foggiano, vittima di una violenta aggressione in Piazza Mercato. L’ennesimo episodio di brutalità giovanile che, ancora una volta, ci costringe a riflettere su quanto urgente sia investire nel futuro educativo dei nostri ragazzi.

La scuola non può voltarsi dall’altra parte. Ogni atto di violenza rappresenta un fallimento collettivo, un segnale che le aule devono accogliere con coraggio e responsabilità. Educare alla pace e al rispetto non è un compito accessorio, ma il cuore stesso della missione educativa.

Quando un giovane viene colpito fisicamente e moralmente, non soffre solo lui: si incrina la fiducia reciproca, si smarrisce il senso di comunità, si impoverisce la città tutta. È compito della scuola, insieme alle famiglie e alle istituzioni, riannodare i fili spezzati e restituire ai giovani la capacità di credere nella convivenza civile.

Non bastano le condanne formali. Servono laboratori di cittadinanza, spazi di ascolto, occasioni concrete in cui i ragazzi possano scoprire la forza delle parole invece di quella dei pugni, la ricchezza della cooperazione invece della logica del branco.

Andrea, con la sua esperienza di atleta, incarna quei valori positivi che il Coordinamento vuole riaffermare: disciplina, rispetto dell’altro, spirito di squadra. A lui rivolgiamo il nostro augurio di pronta guarigione, certi che la sua testimonianza potrà diventare voce di speranza per molti coetanei.

Chiediamo che ogni scuola diventi laboratorio di diritti umani, presidio contro l’indifferenza e palestra di solidarietà. Solo così potremo costruire una generazione capace di riconoscere nell’altro un volto, e non un nemico.

Il CNDDU sottolinea la necessità di formare i docenti a una didattica che sappia affrontare i conflitti e trasformarli in occasioni di crescita, anziché in ferite insanabili.

È indispensabile potenziare l’educazione emotiva, la capacità di ascolto e la costruzione di un linguaggio non ostile, strumenti che prevengono la violenza più di qualunque sanzione.

Ogni scuola dovrebbe poter contare su figure professionali di supporto psicologico e mediazione, perché il disagio, se ignorato, diventa terreno fertile per il degrado e la brutalità.

La comunità scolastica non è un’isola: ha bisogno del sostegno delle istituzioni locali, delle associazioni, del mondo sportivo e culturale. Solo unendo le forze si può arginare l’ondata di violenza che attraversa le nostre città.

Episodi come quello di Foggia non devono rimanere ferite aperte, ma stimolo a costruire percorsi di rinascita sociale. Ogni ragazzo che si perde nella violenza è una sconfitta; ogni ragazzo che ritrova fiducia è una vittoria per tutti.

Il CNDDU ribadisce l’impegno a diffondere una cultura della dignità, della non violenza e dell’empatia, affinché episodi come quello di Foggia non siano più la cronaca di una sconfitta, ma il punto di partenza per una rinascita educativa.

prof. Romano Pesavento, presidente CNDDU