Genova, ricorso per ferie non godute: indennizzo di 7 mila euro a docente precario
Il Tribunale di Genova riconosce il risarcimento per le ferie non godute a un insegnante supplente in una sentenza storica per la scuola.
Una recente sentenza del Tribunale di Genova ha stabilito un importante principio sul tema delle ferie non godute nel settore scolastico. Un insegnante precario ha ottenuto un risarcimento di 7.000 euro al termine del suo contratto a tempo determinato. Questa decisione conferma la necessità di garantire parità di trattamento tra il personale di ruolo e i supplenti temporanei.
Il diritto al risarcimento per le ferie non godute
La recente decisione emanata dai giudici liguri con la sentenza numero 1094 del 2025 segna un punto di svolta fondamentale per quanto riguarda il riconoscimento economico delle ferie non godute maturate durante il servizio scolastico. Il Tribunale ha infatti accolto il ricorso presentato da un docente che aveva lavorato per circa due anni con contratti a termine, senza però ricevere l'indennità sostitutiva prevista dalla legge alla conclusione del rapporto lavorativo avvenuta nel mese di giugno. I magistrati hanno condannato l'amministrazione a versare al ricorrente circa 7.000 euro di risarcimento, una cifra comprensiva di rivalutazione monetaria e interessi legali maturati per il mancato godimento dei giorni di riposo spettanti.
Le motivazioni giuridiche e la normativa europea
Alla base di questa significativa pronuncia giurisdizionale vi è il richiamo costante ai principi stabiliti dalla Corte di Giustizia Europea, la quale ha più volte censurato le disparità di trattamento esistenti tra lavoratori stabili e precari. È stato ribadito con forza che il diritto alle ferie annuali retribuite costituisce un principio sociale irrinunciabile dell'Unione e non può essere negato o ridotto a causa della natura temporanea del contratto sottoscritto dal dipendente scolastico. La sentenza chiarisce che l'assenza di fruizione delle giornate di riposo non comporta la perdita del diritto all'indennità economica, salvo che il datore dimostri di aver messo il lavoratore nella condizione effettiva di poterle usare.
Un precedente importante per i precari della scuola
L'azione legale è stata portata avanti con successo grazie al supporto determinante dei legali di Asset Scuola, che hanno assistito il docente nel far valere le proprie ragioni contro una prassi amministrativa ritenuta illegittima dai giudici. Questo verdetto rappresenta una vittoria storica che potrebbe aprire la strada a numerosi altri ricorsi simili, garantendo finalmente una maggiore tutela normativa a migliaia di insegnanti che ogni anno prestano servizio con contratti a scadenza. La decisione del tribunale conferma che le istituzioni non possono sottrarsi agli obblighi verso i supplenti, ponendo fine a trattamenti discriminatori che penalizzano ingiustamente i lavoratori assunti a tempo determinato.