Gli istituti professionali valgono quanto i licei: il video virale
Un video virale mostra il valore degli istituti professionali, sfatando stereotipi. Il dibattito tra formazione pratica e licei continua a far discutere.


Gli istituti professionali continuano a essere oggetto di pregiudizi, ma degli studenti di Catania hanno deciso di sfatare lo stereotipo secondo cui in queste scuole non si studia e non si fa nulla. Con un video diventato virale hanno mostrato il valore della loro formazione pratica. L’iniziativa ha ricevuto il plauso di personalità note, come la scrittrice Stefania Auci e il docente tiktoker Sandro Marenco.
Gli studenti mostrano il valore della formazione professionale
Gli alunni dell’istituto hanno raccontato la loro realtà scolastica con immagini divertenti, spiegando come la pratica sia fondamentale per entrare nel mondo del lavoro. "Gli studenti degli istituti professionali non si limitano a studiare teorie, ma acquisiscono competenze pratiche fondamentali" si sente dire nel video. "Se ancora pensi che qui non si faccia nulla, forse è il caso di guardare più da vicino".
Un altro passaggio del filmato sottolinea: "Puoi studiare quanto vuoi, ma senza mettere in pratica le conoscenze? Qui lavoriamo e impariamo con la pratica. Sarà un nostro difetto, ma ci sappiamo divertire. Il motore di un camion non lo trovi sui libri". Le immagini dimostrano come anche negli istituti professionali si sviluppino competenze concrete e una preparazione completa.
Liceo classico inutile? La provocazione di Forchielli
Alcuni imprenditori ritengono che siano i licei, in particolare il classico, a essere meno utili. Alberto Forchielli, fondatore dell’associazione Drin Drin, sostiene questa idea e l’ha espressa in un’intervista a Vanity Fair.
"L’Italia non cresce da trent’anni perché manca innovazione. Le grandi aziende globali nascono in contesti universitari, ma nel nostro Paese scuola e capitale di rischio non supportano lo sviluppo. Per questo abbiamo provocatoriamente proposto di eliminare il liceo classico", ha dichiarato Forchielli. Secondo lui, l’eccessivo focus sulla cultura umanistica penalizza l’innovazione e la crescita economica. "Gli imprenditori che innovano hanno fatto ingegneria o studi tecnici, non il classico", ha aggiunto. Per Forchielli, gli studenti dovrebbero scegliere percorsi utili al mercato del lavoro, lasciando le passioni a un hobby.
Briatore contro la scuola tradizionale
Anche Flavio Briatore critica l’attuale sistema scolastico. "Mio figlio frequenta una scuola internazionale a Montecarlo, dove l’italiano è la terza lingua. Quando una professoressa ha voluto fargli studiare Pirandello, l’ho chiamata per farle capire che non aveva senso", ha raccontato l’imprenditore.
Le sue parole hanno scatenato polemiche, accusandolo di sminuire la cultura umanistica. "Con la cultura non si mangia?", ha commentato Paolo Di Stefano su Il Corriere della Sera. Tuttavia, Briatore insiste su un’idea chiara: "Il Governo deve investire in una scuola che prepari i ragazzi al futuro, puntando su lingue e nuove tecnologie. Prima di tutto, servono professori adeguatamente formati".