GPS, valutazione servizio militare: cosa dice il Consiglio di Stato [Sentenza]
Il Consiglio di Stato riconosce il servizio militare nella valutazione delle GPS, a tutela dei diritti dei docenti. Ecco come si attribuisce il punteggio.

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Il Consiglio di Stato ha stabilito che il servizio militare di leva deve essere riconosciuto nella valutazione delle Graduatorie Provinciali per le Supplenze (GPS), anche se svolto al di fuori di un contratto attivo. La decisione rappresenta un passo significativo per i docenti, respingendo l’appello del Ministero dell’Istruzione e del Merito.
I dettagli della sentenza e le motivazioni del ricorso
La sentenza, relativa al ricorso numero 8526 del 2024, è stata pronunciata dalla Sezione Settima il 4 marzo 2025. Il Ministero dell’Istruzione contestava la decisione del TAR Lazio, che aveva accolto il ricorso di un docente escluso dal punteggio per il servizio militare. Secondo il ricorrente, l’ordinanza ministeriale OM 88/2024 violava il diritto al riconoscimento del servizio di leva, contravvenendo alla normativa vigente e al principio di non discriminazione.
La posizione del Ministero e l'importanza della sentenza
Il Ministero riteneva che il servizio militare potesse essere valutato solo se prestato durante un incarico attivo, richiamando i decreti legislativi 297/1994 e 66/2010. Secondo l'Amministrazione, il riconoscimento del punteggio avrebbe introdotto un vantaggio ingiustificato rispetto ad altri servizi civili. Tuttavia, il Consiglio di Stato ha confermato che il servizio militare deve essere riconosciuto "a tutti gli effetti", come stabilito dall’articolo 569 del d.lgs. 297/1994, senza la necessità di un contratto scolastico in essere.

Le implicazioni della decisione per i docenti
La pronuncia ha un impatto rilevante su tutti i docenti che hanno svolto il servizio militare senza incarico attivo e che finora non avevano ottenuto il punteggio nelle GPS. Grazie alla sentenza, gli insegnanti potranno vedere riconosciuto il periodo di leva nel calcolo dei punteggi, migliorando la propria posizione nelle graduatorie e facilitando l’accesso alle supplenze. La decisione rappresenta una tutela concreta dei diritti professionali dei docenti che hanno servito la Patria.