Gratteri: “Violenza giovanile fuori controllo, la Camorra recluta i bambini”
Gratteri denuncia a Napoli una violenza giovanile fuori controllo: bambini soli di notte, famiglie assenti e reclutamento nella criminalità organizzata


Il procuratore Nicola Gratteri lancia un allarme sulla violenza giovanile fuori controllo a Napoli. Bambini soli per strada nelle ore notturne diventano facili bersagli della criminalità organizzata. Una denuncia che punta il dito contro l’assenza delle famiglie, il degrado sociale e i limiti dell’approccio repressivo, invocando anche l’uso strategico della tecnologia
Gratteri: una generazione sola nelle strade
“Dove sono i genitori?”, si chiede il procuratore Gratteri, denunciando un fenomeno sempre più diffuso: minori lasciati liberi di vagare per le strade di Napoli di notte, spesso a dieci anni o anche meno. Secondo il magistrato, la mancanza di controllo familiare e l’indifferenza sociale hanno creato un terreno fertile per la crescita della violenza minorile. Bambini che vivono in strada, senza figure adulte di riferimento, finiscono per diventare vittime predestinate del reclutamento criminale, in particolare da parte della Camorra. Un sistema di abbandono che condanna in partenza intere fasce di giovani.
Gratteri denuncia: crisi educativa e reclutamento criminale
Per Gratteri, alla base del problema vi è una crisi profonda della famiglia e del sistema educativo. “I ragazzi girano armati e usano i coltelli alla minima provocazione”, denuncia, sottolineando che non si tratta più di casi isolati ma di un modello comportamentale diffuso, che affonda le sue radici nella marginalità e nel disagio sociale. Le famiglie, quando presenti, sono spesso disfunzionali: genitori assenti, detenuti, uccisi o incapaci di esercitare il ruolo educativo. Il risultato è una generazione che cresce senza regole, senza affetto e senza alternative, dove l’unica strada percorribile sembra quella della criminalità organizzata.
Il presidio delle forze dell’ordine
Gratteri riconosce il forte impegno delle istituzioni nel contenere l’emergenza. “Non ho mai visto tanta presenza delle forze dell’ordine”, afferma, riferendosi al dispiegamento di Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza nelle aree più critiche della città, in particolare nel centro storico e nei quartieri a rischio. Tuttavia, lo stesso procuratore avverte che la presenza fisica degli agenti non può essere l’unica risposta. Il controllo del territorio, infatti, risulta sempre più difficile da garantire, soprattutto di fronte a fenomeni che nascono e si alimentano nel degrado sociale e familiare.
Tecnologia e prevenzione: la sfida del futuro
“Non basta più il presidio umano, servono più telecamere”, sostiene Gratteri, indicando nella videosorveglianza una possibile risposta concreta alla violenza minorile. Secondo il magistrato, dotare il territorio di sistemi tecnologici di controllo capillari può rappresentare un deterrente, ma anche un supporto operativo per le indagini e la prevenzione. Resta però aperta la sfida culturale: senza un cambiamento profondo nel ruolo educativo della famiglia e della comunità, nessun sistema di sicurezza potrà davvero arginare il fenomeno. La violenza giovanile è lo specchio di una crisi sociale che va affrontata alla radice, con interventi coordinati su educazione, inclusione e tutela dei minori.