Greison bersagliata per l’abito, Vannacci la difende: 'Il patriarcato non c’entra'

Greison attaccata per l’abito scelto alla laurea di Messina. Vannacci la difende: “Era vestita bene, non c’entra il patriarcato”. Bufera sui social

29 luglio 2025 12:47
Greison bersagliata per l’abito, Vannacci la difende: 'Il patriarcato non c’entra' - Roberto Vannacci
Roberto Vannacci
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L’intervento di Gabriella Greison alla cerimonia di laurea dell’Università di Messina ha scatenato una polemica sui social a causa del suo abbigliamento. Tra commenti sessisti e prese di posizione pubbliche, la scienziata ha risposto con fermezza, mentre Vannacci ha respinto il riferimento al patriarcato. Il dibattito ha oscurato il contenuto del messaggio rivolto ai neolaureati

Commenti sessisti dopo la cerimonia

Durante la cerimonia di laurea dell’Università di Messina, tenutasi il 21 luglio al Teatro Antico di Taormina, Gabriella Greison ha partecipato come madrina rivolgendo un discorso ai neolaureati. La fisica e divulgatrice scientifica ha esortato i presenti a difendere il pensiero critico, abbracciare la complessità e agire con coraggio e consapevolezza. Tuttavia, la sostanza del messaggio è stata in parte oscurata da una polemica nata sui social network riguardo al suo abbigliamento, ritenuto da alcuni utenti “troppo scollato”. Greison, poco prima della cerimonia, aveva condiviso un video ironico girato in aeroporto, facendo riferimento al caldo e alla scelta di un abito leggero. Le critiche sessiste che ne sono seguite hanno spostato l’attenzione dall’intervento accademico al giudizio estetico, innescando una bufera mediatica.

Vannacci interviene nel dibattito

Nel corso del programma “Filorosso” su Rai 3, l’eurodeputato ha espresso una presa di posizione netta a sostegno della scienziata, affermando che l’abbigliamento di Greison era del tutto appropriato. A suo parere, “era vestita benissimo e aveva tutta la libertà di farlo”. Ha inoltre osservato che la questione dell’istituzionalità nel vestiario riguarda entrambi i generi e ha sottolineato come molti dei commenti critici provenissero da donne, negando quindi che si trattasse di un’espressione di cultura patriarcale. Ha poi aggiunto che i social sono spesso ambiente fertile per giudizi distorti, dove si perde il contesto e prevalgono semplificazioni che non tengono conto del merito delle situazioni. Il suo intervento ha suscitato reazioni contrastanti, ma ha contribuito a riportare l’attenzione sul carattere pubblico e non privato dell’accaduto.

La replica ferma della scienziata

Greison non è rimasta in silenzio di fronte alle critiche. In risposta ai commenti online, ha affermato che non esiste un codice di abbigliamento per la dignità, sottolineando l’assurdità di chi cerca la decenza nel taglio di un vestito invece che nei contenuti. La sua replica, diretta e argomentata, ha ribadito il valore delle battaglie femminili per la libertà e l’autodeterminazione, dichiarando: “Vi consiglio un esperimento: provate a usare il cervello e a posizionarvi nell’anno in corso, con tutte le lotte che sono state fatte da quelle prima di me”. L’intervento, inizialmente centrato su valori accademici, emancipazione e pensiero libero, è diventato così simbolo di una resistenza culturale contro la strumentalizzazione dell’immagine femminile, contribuendo a tenere viva la riflessione pubblica sul rispetto e sulla libertà nella rappresentazione.