Halloween, la polemica della Chiesa: "Festa macabra"

Le critiche dei vescovi italiani alla festa di Halloween, definita consumistica e un rischio di avvicinamento all'occulto.

A cura di Scuolalink Scuolalink
31 ottobre 2025 20:15
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Con l'avvicinarsi di Halloween, si riaccendono le polemiche da parte del mondo cattolico. Esponenti della Chiesa italiana, tra cui don Alessandro Di Medio e mons. Antonio Suetta, criticano la festa di origine celtica, definendola "macabra e consumistica". La critica principale riguarda l'allontanamento dal senso cristiano della morte e il potenziale rischio dell'occulto.

La posizione critica di Don Di Medio

L'avvicinarsi della notte del 31 ottobre riaccende puntualmente il dibattito sulla compatibilità di Halloween con la cultura e la tradizione religiosa italiana. Una delle voci più critiche proviene da don Alessandro Di Medio, parroco a Roma, che attraverso un editoriale sull'agenzia Sir, organo di stampa dei vescovi, ha definito la festa "macabra e consumistica". Nel suo intervento, intitolato 'La rimonta delle zucche vuote', il parroco sottolinea come l'enfasi su aspetti carnevaleschi e tenebrosi rappresenti, a suo avviso, "un insulto a una concezione autenticamente cristiana della morte e dell'al di là".

Secondo Di Medio, si assiste a un'induzione, fin dalla giovane età, a celebrare una visione distorta, quasi orrorifica, della vigilia di Tutti i Santi. Questa critica non è isolata, ma si inserisce in un dibattito pluriennale che vede larga parte del mondo cattolico esprimere perplessità su una celebrazione sempre più popolare, specialmente tra i bambini, ma vista come estranea alla tradizione cristiana autentica.

Halloween e i rischi del mondo occulto

Le preoccupazioni espresse da esponenti della Chiesa non si limitano all'aspetto culturale o consumistico, ma toccano sfere considerate spiritualmente pericolose. Don Di Medio evidenzia un collegamento tra la celebrazione di Halloween e una "facilitazione all'avvicinamento a pratiche occulte e al mondo del satanismo". Egli cita esplicitamente il calendario celtico come riferimento temporale in cui, secondo alcune ammissioni, si concentrerebbero "nefande pratiche sacrileghe".

A fargli eco è mons. Antonio Suetta, vescovo di Ventimiglia-Sanremo, che in una Lettera pastorale indirizzata alla sua diocesi, avverte che Halloween non è un "gioco innocuo". Secondo il vescovo, travestimenti e zucche possono nascondere "il trucco del tentatore", mettendo in guardia i fedeli dal fascino dell'occulto, dalla magia e dalla superstizione. La risposta a queste derive, conclude Suetta, non deve essere la paura, ma un rafforzamento della fede: "Chi vive nella grazia di Dio non ha nulla da temere".

Consumismo e l'appello alla vigilanza

Un altro filone della critica riguarda l'impronta prettamente commerciale della festa. Don Di Medio punta il dito contro i "grandi fautori commerciali dell'Halloween all'americana", suggerendo una certa passività culturale nell'accettare mode estere senza un filtro critico. Tuttavia, lo stesso Di Medio riconosce che negli anni diverse voci cattoliche si sono levate per contestare il senso e la liceità spirituale di questa celebrazione, contrapponendola al significato autentico delle commemorazioni dei Santi e dei defunti. Questa preoccupazione si traduce anche in richieste istituzionali.

Il Gris (Gruppo di Ricerca Socio-Religiosa), legato alla diocesi di Roma, ha formalmente invitato il Comune a "vigilare sulla concessione di contributi economici o di spazi pubblici" per iniziative legate a questo evento. Il timore è che, dietro manifestazioni ludiche, possano celarsi gruppi che promuovono pratiche legate all'occulto o attività di proselitismo non dichiarato, normalizzando spiritismo e magia. Il Gris ricorda infine la ferma condanna della dottrina cattolica verso qualsiasi attività di questo tipo.

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