I Paesi più istruiti al mondo: la classifica e il ritardo dell’Italia nell’istruzione universitaria

Classifica 2023 sull'istruzione: i Paesi con più laureati al mondo e perché l’Italia è in ritardo nella formazione universitaria degli adulti

01 giugno 2025 21:11
I Paesi più istruiti al mondo: la classifica e il ritardo dell’Italia nell’istruzione universitaria - Paesi più istruiti
Paesi più istruiti
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Nel mondo di oggi, l’istruzione rappresenta una risorsa strategica, non solo per il benessere individuale ma anche per la prosperità di un intero Paese. I governi che puntano su un sistema universitario efficiente e accessibile generano economie più dinamiche, innovative e capaci di affrontare le sfide globali. Eppure, l’Italia continua a rimanere indietro: oggi si colloca tra i Paesi con la più bassa percentuale di adulti laureati.

Il valore della laurea nella società moderna

I Paesi con una forza lavoro altamente qualificata mostrano migliori risultati in termini di produttività, competitività e innovazione. Per questo motivo, le nazioni più avanzate hanno investito nel tempo in un sistema educativo solido, elevando il livello medio di istruzione della popolazione adulta. Mentre l’Europa e alcune economie asiatiche guidano la classifica, altre realtà — inclusa l’Italia — faticano a colmare il divario formativo.

La classifica 2023 dei Paesi più istruiti secondo CBRE Research

Il report CBRE Research 2023 ha analizzato la quota di popolazione adulta (fascia 25–64 anni) in possesso di una laurea triennale o superiore. I dati confermano un predominio europeo, con alcune eccezioni tra le economie più sviluppate del mondo. Ecco i primi 10 Paesi più istruiti:

  1. Irlanda – 52,4%
  2. Svizzera – 46,0%
  3. Singapore – 45,0%
  4. Belgio – 44,1%
  5. Regno Unito – 43,6%
  6. Paesi Bassi – 42,0%
  7. Stati Uniti – 40,3%
  8. Australia – 39,8%
  9. Israele – 39,7%
  10. Svezia – 39,6%

Tra questi, gli Stati Uniti spiccano anche in termini assoluti, con oltre 78 milioni di adulti laureati, dimostrando come sia possibile combinare ampia demografia e accesso all’istruzione universitaria.

I Paesi meno istruiti: cause e sfide

Dall’altra parte della classifica si trovano le economie emergenti, dove ostacoli economici e sociali limitano ancora l’accesso all’università. Paesi come India e Cina, pur contando milioni di laureati in numeri assoluti, presentano percentuali molto basse rispetto alla loro popolazione totale. In Sud America, Cile, Costa Rica, Brasile e Colombia si aggirano tra il 19% e il 23%. Il divario rimane ampio rispetto agli standard europei.

In molte nazioni africane e asiatiche, l’istruzione superiore resta fuori dalla portata della maggioranza. I motivi principali? Scarsi investimenti pubblici, povertà diffusa e mancanza di infrastrutture adeguate.

Italia: perché resta fanalino di coda in Europa?

L’Italia si distingue — in negativo — come uno dei Paesi sviluppati con la più bassa percentuale di adulti laureati. Questo ritardo deriva da una combinazione di fattori storici, culturali ed economici. Negli anni '70, solo poche famiglie potevano permettersi l’università, specialmente nel Mezzogiorno. Ma oggi il problema si è trasformato in qualcosa di più profondo.

Il sistema universitario italiano appare ancora poco integrato con il mondo del lavoro. Molti giovani percepiscono il titolo di studio come poco utile e poco valorizzato. A questo si aggiungono:

  • un elevato tasso di abbandono universitario
  • la fuga dei cervelli verso l’estero
  • un mercato del lavoro che premia più l’esperienza che la formazione
  • scarsi collegamenti tra università e imprese

Inoltre, le politiche sulla ricerca hanno contribuito a precarizzare la figura del ricercatore, spingendo molti talenti a cercare opportunità altrove.

Come può l’Italia colmare il divario?

Per recuperare terreno, l’Italia deve riformare il sistema universitario, puntando su:

  • accessibilità economica agli studi
  • flessibilità dei percorsi formativi
  • orientamento al mondo del lavoro
  • investimenti mirati nella ricerca scientifica
  • incentivi contro l’abbandono scolastico, già dalle scuole superiori

Solo attraverso un approccio strategico e integrato l’Italia potrà rilanciare il valore della laurea e costruire una forza lavoro più qualificata e pronta per affrontare le sfide del futuro.

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