Il difficile cammino dell'inclusione: l'esclusione sociale e la crescita di un adolescente

L'esclusione da una chat scolastica può segnare profondamente un adolescente, influenzando la sua crescita emotiva e le sue relazioni sociali.

27 aprile 2025 19:26
Il difficile cammino dell'inclusione: l'esclusione sociale e la crescita di un adolescente - Esclusione sociale
Esclusione sociale
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L'esclusione sociale, anche quando si manifesta all'interno del contesto virtuale delle chat scolastiche, può avere un impatto profondo sulla crescita emotiva di un adolescente. Un esempio significativo è il caso di Filippo, raccontato dalla madre in una lettera inviata a La Repubblica, che offre spunti di riflessione su quanto sia importante l'inclusione sociale nella vita dei giovani. La storia di Filippo diventa un'occasione per riflettere sul delicato equilibrio tra il desiderio di protezione dei genitori e la necessità dei ragazzi di affrontare in autonomia le difficoltà relazionali.

Un cambiamento difficile

Filippo è un ragazzino sensibile e introverso che, fino all'ingresso al liceo, aveva mantenuto un buon rapporto con i compagni delle scuole medie. La madre racconta come il cambiamento, dovuto al passaggio alla nuova scuola, abbia segnato una rottura nel suo mondo sociale. "Un grande cambiamento, è dovuto ripartire da zero," spiega la madre, che descrive come Filippo abbia legato inizialmente con tre ragazzi. Tuttavia, dopo una partita di calcio, qualcosa è cambiato: "Dopo quella partita, qualcosa si è rotto e i suoi compagni hanno cambiato atteggiamento con mio figlio."

L'esclusione dalla chat

Filippo non si accorge subito di essere stato estromesso dalla chat che aveva condiviso con i suoi compagni. Quando finalmente scopre la verità, il ragazzo è visibilmente turbato. La causa di questa esclusione, come racconta la madre, sembra essere legata a un litigio con un amico per un fallo durante una partita. Nonostante il conflitto sembri essere stato risolto, nulla cambia: "Filippo è stato estromesso dalla loro chat e nessuno gli ha detto nulla." Questo momento segna un punto di svolta, poiché l'esclusione dalla chat diventa simbolo di un allontanamento più ampio e doloroso.

La risposta della psicologa

Le domande poste dalla madre di Filippo sollevano una riflessione importante sulla protezione che i genitori cercano di offrire ai propri figli e sul bisogno di lasciare spazio alla loro crescita attraverso le difficoltà. La psicologa Maria Claudia Biscione, intervistata da La Repubblica, sottolinea come, pur essendo naturale voler proteggere i figli, è altrettanto cruciale che imparino a gestire le difficoltà relazionali. "I nostri bisogni protettivi devono lasciare spazio, a volte, alla durezza delle esperienze che i figli devono vivere per crescere, rinforzarsi ed imparare ad affrontare le difficoltà autonomamente", afferma l'esperta.

Amicizie difficili: come affrontarle

Secondo la psicologa, anche se Filippo si sente escluso, potrebbe comunque trovare un nuovo equilibrio. "Filippo dovrebbe cercare delle persone in linea con il proprio modo di essere, anche se questo significa cercarle, per un adolescente, fuori dal contesto scolastico", suggerisce la psicologa. L’adolescente, infatti, può imparare a costruire relazioni più autentiche, ma ciò richiede pazienza e coraggio. Inoltre, è importante che Filippo provi a stringere rapporti con uno o due compagni della classe, magari quelli più affini alla sua sensibilità.

Non sostituirsi, ma incoraggiare

La madre di Filippo si preoccupa di intervenire troppo nella situazione, temendo di peggiorare le cose. La psicologa concorda con questa preoccupazione e suggerisce che Loredana, la madre di Filippo, non debba sostituirsi al figlio, ma piuttosto aiutarlo a trovare la propria strada. "Sono d'accordo con la perplessità di Loredana di non sostituirsi al figlio, ma spingerlo, invece, a trovare la sua strada nel provare a chiarirsi e a strutturare nuove alleanze", afferma Biscione. È importante, infatti, che il ragazzo abbia l'opportunità di affrontare autonomamente le difficoltà, imparando a gestirle.

Un piccolo gruppo può bastare

La psicologa conclude riflettendo sull'importanza di costruire legami autentici. "Non dobbiamo dimenticarci che per essere sereni e sentirci in sintonia con il mondo, può bastare anche solo un mini gruppo di amici." L'essenziale, infatti, è che Filippo non si senta solo o emarginato a causa delle sue differenze. "Ciò che conta è non sentirsi soli, non sentirsi emarginati perché diversi." Per questo motivo, la madre di Filippo potrebbe fare un passo indietro, permettendo a suo figlio di affrontare la difficoltà da solo, con il supporto emotivo che gli è necessario. "A volte le nostre ansie genitoriali diventano le ansie anche dei nostri figli", conclude Biscione. La crescita emotiva passa anche attraverso il superamento delle difficoltà sociali, e imparare a gestirle diventa un passo fondamentale per l'adolescente.