Il ritorno del corsivo obbligatorio: inclusione a rischio?

Sostegno: il ritorno obbligatorio del corsivo solleva dubbi sull’inclusione. Ianes: “Scelta anacronistica che penalizza gli studenti con DSA”.

13 maggio 2025 13:24
Il ritorno del corsivo obbligatorio: inclusione a rischio? - Scrittura di una lettera
Scrittura di una lettera
Condividi

Il Ministero dell’Istruzione rilancia il corsivo sin dalla primaria, ma la scelta solleva dubbi sull’inclusività. Dario Ianes parla di “follia passatista” e avverte: l’obbligo può penalizzare gli studenti con DSA. Tra nostalgie del passato e richiami alla carta, il dibattito si riapre tra pedagogia e diritti.

Corsivo obbligatorio: il ritorno di una tradizione

Le nuove Indicazioni nazionali emanate dal Ministero dell’Istruzione e del Merito riportano al centro la scrittura corsiva e la calligrafia. Il documento raccomanda di curare “con particolare attenzione” la scrittura sin dalla scuola primaria, valorizzando il corsivo come parte integrante del percorso educativo. Si tratta di una scelta che sembra andare controcorrente rispetto alla diffusione delle tecnologie digitali e che ha subito generato un acceso confronto tra insegnanti, pedagogisti e famiglie. La scuola viene così chiamata a riappropriarsi di strumenti e pratiche che per molti apparivano superati, mentre per altri rappresentano una base solida per lo sviluppo cognitivo e manuale dei bambini.

Ianes: “Corsivo per tutti è una follia”

Tra le voci più critiche c’è quella di Dario Ianes, pedagogista e docente esperto di inclusione scolastica, che in un’intervista ad Avvenire ha definito l’obbligo di scrittura corsiva “una follia, una suggestione passatista”. Ianes avverte che tale scelta rischia di escludere o stigmatizzare gli alunni con Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA), per i quali la scrittura a mano può rappresentare un ostacolo importante, anche sul piano emotivo. I dati dell’Università La Sapienza del 2023 lo confermano: il 20% degli studenti ha difficoltà con il corsivo, il 21,6% è a rischio disgrafia, il 10% mostra segni evidenti di difficoltà e un ulteriore 5% presenta disturbi motori o dislessia. La crescente abitudine allo stampatello digitale e la carenza di metodologie efficaci rendono la situazione ancora più complessa per gli alunni fragili.

La linea di Valditara: penna, diario e carta

Il Ministro Giuseppe Valditara ha annunciato il ritorno del diario scolastico tradizionale, invitando le scuole a far riscoprire il valore della scrittura a mano. “Il buon vecchio diario dove il bambino scrive cosa deve fare”, ha spiegato, è simbolo di un’educazione più fisica, concreta e ordinata, contrapposta all’eccessivo uso del digitale. Secondo il Ministro, il ritorno al corsivo e alla carta rappresenta una necessità educativa, condivisa – a suo dire – dalla comunità scientifica. Ha anche esortato i genitori a promuovere la lettura su carta come esperienza sensoriale insostituibile. Tuttavia, resta aperta la questione dell’equilibrio tra innovazione e tradizione, e soprattutto della garanzia di pari opportunità per tutti, in particolare per gli studenti con bisogni educativi speciali.

Quale equilibrio tra carta e inclusione?

Il rilancio del corsivo come competenza essenziale riapre un nodo irrisolto: come coniugare la tutela delle abilità tradizionali con l’inclusione scolastica reale. Se da un lato la scrittura manuale è riconosciuta come utile allo sviluppo neurologico, dall’altro il rischio di rendere il corsivo un criterio rigido e selettivo è concreto. Imporre standard unici in una scuola che dovrebbe valorizzare le differenze può generare nuove disuguaglianze. Il ritorno alla penna e al diario non può ignorare i progressi compiuti sul fronte dell’inclusione e della personalizzazione dell’insegnamento. Il dibattito resta aperto, ma è evidente che una scuola davvero moderna non può essere né nostalgica né escludente.