Indennità di frequenza sospesa: cause e soluzioni per ripristinare il beneficio
Indennità di frequenza sospesa: cause principali, ruolo del modulo AP70 e soluzioni pratiche per garantire continuità al sostegno economico.
L’indennità di frequenza rappresenta un sostegno economico fondamentale per le famiglie con figli minori di 18 anni affetti da difficoltà fisiche o sensoriali. Con un importo mensile di circa 330 euro, il contributo aiuta a coprire le spese scolastiche e quelle legate a trattamenti terapeutici o riabilitativi. Tuttavia, non sempre la procedura di erogazione scorre senza intoppi: può capitare infatti che la domanda di indennità di frequenza venga sospesa, bloccando temporaneamente il pagamento. Vediamo insieme perché succede e come rimediare.
Il ruolo del modulo AP70: il documento che sblocca la pratica
Il motivo più frequente di sospensione dell’indennità di frequenza riguarda il mancato invio del modulo AP70, un documento che l’INPS utilizza per raccogliere dati amministrativi non incIl motivo più frequente di sospensione dell’indennità di frequenza riguarda il mancato invio del modulo AP70, un documento che l’INPS utilizza per raccogliere dati amministrativi non presenti nella certificazione medica.
Senza questo modulo, la pratica non va avanti finché la famiglia non lo invia tramite patronato.
Al modulo bisogna allegare l’attestazione del Comune relativa all’iscrizione scolastica o alla frequenza di un centro riabilitativo. Le famiglie devono anche rispettare la periodicità di presentazione:
- scuola dell’infanzia: invio annuale;
- scuola primaria: invio solo in prima elementare;
- scuola secondaria di primo grado: invio in prima media.
La compilazione e l’invio diventano validi solo dopo che la commissione medica ha riconosciuto l’invalidità. A quel punto l’INPS verifica i requisiti amministrativi e autorizza l’erogazione.
Altri motivi che bloccano l’indennità di frequenza
Il modulo AP70 rappresenta la causa più comune di sospensione, ma non l’unica. Altri motivi riguardano:
- Documentazione mancante, ad esempio certificati medici o scolastici non allegati alla domanda;
- Verifiche sanitarie o amministrative, necessarie per controllare i requisiti dichiarati;
- Compatibilità con altri sussidi, perché l’INPS deve valutare se l’indennità può coesistere con altri benefici;
- Requisito di frequenza, da dimostrare con certificazioni scolastiche o terapeutiche;
- Ritardi o errori interni all’INPS, che possono rallentare la procedura.
Come evitare la sospensione e garantire continuità al beneficio
Le famiglie possono prevenire la sospensione prestando attenzione ad alcuni passaggi fondamentali. È importante comunicare subito all’INPS eventuali cambi di scuola o di ordine e grado, inviando i nuovi certificati di frequenza. Dopo il compimento dei 16 anni, quando termina l’obbligo scolastico, serve trasmettere ogni anno la documentazione aggiornata per il terzo, quarto e quinto anno di scuola superiore.
Affidarsi a un patronato semplifica la gestione delle pratiche, perché garantisce l’invio corretto della modulistica e riduce il rischio di dimenticanze. In questo modo, le famiglie possono contare su un’erogazione regolare dell’indennità e concentrarsi sul percorso scolastico e terapeutico dei propri figli.