Formazione docenti: tante le criticità per mancanza di incentivi
L'indagine OCSE TALIS 2024 rivela che la formazione docenti è ostacolata da scarso riconoscimento e carico di lavoro eccessivo.


L'indagine OCSE TALIS 2024 analizza la formazione docenti in Italia. Emerge un quadro con luci e ombre. Sebbene la formazione iniziale sia valutata positivamente dal 70% degli intervistati, persistono lacune. La formazione continua è apprezzata (83% ne vede l'impatto), ma incontra ostacoli significativi. Il 63% lamenta la mancanza di incentivi e il 61% l'eccessivo carico di lavoro.
Formazione iniziale e inserimento professionale
L'indagine TALIS 2024 fotografa la preparazione iniziale dei docenti italiani. I dati OCSE rivelano una percezione generalmente positiva. Il 70% degli insegnanti che hanno iniziato nei cinque anni precedenti valuta bene la qualità del percorso. Questo dato è vicino alla media internazionale del 75%. L'analisi di dettaglio mostra però aree di forte competenza alternate a lacune. La preparazione sui contenuti disciplinari specifici è il fiore all'occhiello. Ben il 91% si sente sicuro sulla propria materia. Le difficoltà emergono negli aspetti più pratici e relazionali dell'insegnamento. Meno docenti si sentono pronti sull'uso di strumenti digitali per la didattica (52%).
La preparazione sulla pedagogia generale si ferma al 51%. Ancora più bassa è la fiducia nella gestione della diversità (40%) e nel sostegno socio-emotivo (44%). Per quanto riguarda l'inserimento, il 62% dei nuovi assunti ha avuto attività di induction. Questo segna un forte aumento (+42%) rispetto al 2018. Tuttavia, l'Italia resta sotto la media OCSE (72%). Il mentoring strutturato è poco diffuso: solo il 16% ha un mentore (media OCSE 26%).
L'impatto della formazione continua
La formazione continua riceve un'accoglienza molto favorevole in Italia. L'83% dei docenti riconosce un impatto positivo delle attività svolte nell'ultimo anno. Si tratta di una percezione di efficacia nettamente superiore alla media OCSE (55%). Questo consenso unisce sia gli insegnanti esperti sia quelli a inizio carriera. L'aggiornamento è visto come uno strumento valido per migliorare le pratiche didattiche. L'indagine TALIS 2024 identifica anche le aree di maggiore necessità formativa. Il 21% dei docenti chiede più supporto sullo sviluppo socio-emotivo degli studenti.
Il 20% avverte l'esigenza di migliorare la gestione della classe e dei comportamenti. Il 17% richiede formazione per contesti multiculturali o multilingue. Le priorità cambiano leggermente per i docenti neofiti. Per loro, la gestione della classe è al primo posto (27%). Seguono il supporto socio-emotivo (24%) e la didattica per alunni con bisogni educativi speciali (21%). Questi dati indicano una chiara domanda di competenze trasversali.
Gli ostacoli alla formazione docenti
Nonostante l'alta percezione di utilità, la partecipazione alla formazione docenti è frenata da barriere significative. L'indagine OCSE rileva che il principale ostacolo è la mancanza di incentivi (63%). Questo suggerisce che l'aggiornamento non è sufficientemente riconosciuto a livello professionale o economico. Subito dopo, il 61% degli insegnanti indica l'eccessivo carico di lavoro e gli altri impegni professionali. Il tempo dedicato all'aggiornamento entra spesso in conflitto con le altre responsabilità. La sovrapposizione con l'orario di insegnamento (53%) rappresenta un ulteriore deterrente organizzativo.
Queste criticità risultano ancora più acute per gli insegnanti con minore esperienza. Tra i docenti "under 5", la mancanza di incentivi sale al 67%. Il carico di lavoro è citato dal 63% e i conflitti di orario dal 62%. Per rendere la formazione continua efficace, è necessario superare questi ostacoli strutturali. Servono policy che riconoscano l'impegno e lo integrino sostenibilmente nella professione.