Indicazioni Nazionali, valorizzazione docenti e ruolo delle RSU: l'intervista a Monzù Rossello (Unicobas)

Intervista al Prof. Marco Monzù Rossello (Unicobas Lombardia) su Indicazioni Nazionali, valorizzazione dei docenti e rafforzamento delle RSU.

09 settembre 2025 22:49
Indicazioni Nazionali, valorizzazione docenti e ruolo delle RSU: l'intervista a Monzù Rossello (Unicobas) - Marco Monzù Rossello
Marco Monzù Rossello
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In questa intervista esclusiva, Scuolalink ha avuto l'opportunità di dialogare con il Prof. Marco Monzù Rossello, Segretario di Unicobas Lombardia, per analizzare alcune delle questioni più pressanti che affliggono il sistema scolastico italiano. Partendo dalle fondamenta pedagogiche delle Indicazioni Nazionali, si sono affrontate con lucidità e spirito critico le questioni più attuali, che il personale docente e l'intera comunità educante si trovano ad affrontare quotidianamente.

L'obiettivo dell'intervista è stato quello di offrire una panoramica chiara delle posizioni del sindacato UNICOBAS su temi cruciali che definiscono non solo il presente, ma anche il futuro della nostra scuola. Questo dialogo tocca anche questioni strutturali di lungo corso, come il ruolo fondamentale delle Rappresentanze Sindacali Unitarie (RSU), senza tralasciare una riflessione approfondita sulla necessaria valorizzazione della figura dell’insegnante, un pilastro indispensabile per qualsiasi progetto di riforma e di progresso culturale e sociale del Paese. Vi presentiamo la prima parte della lunga intervista.

Intervista esclusiva al Prof. Marco Monzù Rossello (UNICOBAS Lombardia): a proposito delle Indicazioni Nazionali...

Le Indicazioni Nazionali, nate per garantire più autonomia, non rischiano di causare una standardizzazione didattica, specie con la pressione dei test INVALSI? Come si può tutelare la libertà d'insegnamento e il ruolo intellettuale del docente di fronte a questa deriva verso la valutazione uniformata?

Le Indicazioni Nazionali nascono, almeno sulla carta, per dare un quadro di riferimento unitario, lasciando però alle scuole e ai docenti la possibilità di declinarlo in autonomia, secondo i contesti e i bisogni formativi degli studenti. Il problema non sono dunque le Indicazioni Nazionali in sé, ma la pressione crescente delle prove INVALSI, che stanno trasformando quel quadro in una vera e propria gabbia.

Di fatto, l’INVALSI rischia di ridurre la ricchezza del lavoro didattico a una batteria di esercizi standardizzati, spingendo gli insegnanti a “insegnare per il test” e mettendo da parte la dimensione critica, creativa e laboratoriale dell’apprendimento. È un paradosso: si parla tanto di personalizzazione dei percorsi e di inclusione, ma poi si valutano studenti e scuole con strumenti che presuppongono un modello unico, rigido e uniforme.

La libertà di insegnamento, tutelata dalla Costituzione, si difende riaffermando che la professionalità docente non si misura con le percentuali dei test, ma con la capacità di formare cittadini consapevoli, autonomi e critici. Significa rivendicare tempi e spazi per una didattica che non sia schiacciata sulla preparazione alle prove, ma che valorizzi ricerca, interdisciplinarità e rapporto vivo con la realtà sociale e culturale degli studenti.

Come sindacato chiediamo che le prove INVALSI non abbiano alcun valore vincolante né per la carriera degli insegnanti né per la valutazione degli alunni e delle scuole. Devono restare, se proprio, strumenti di ricerca campionaria, non dispositivi di controllo. Solo così possiamo evitare la deriva della standardizzazione e restituire alla scuola il suo ruolo: formare pensiero critico e non addestrare a superare test.

Si suggerisce di far inserire all’interno del PTOF di ogni scuola una frase che metta nero su bianco che ogni docente dell’istituto potrà adire la didattica di minoranza, ossia una didattica che non si piega al modello unico, ma difende la pluralità dei modi di apprendere e di insegnare, opponendosi alla riduzione della scuola a luogo di addestramento standardizzato.

Gli interventi normativi per valorizzare gli insegnanti

Al di là del necessario adeguamento salariale, quali sono gli interventi normativi più urgenti che il governo dovrebbe attuare per una concreta valorizzazione della figura dell’insegnante, restituendole autorevolezza, autonomia professionale e centralità sociale?

Il nodo centrale è che oggi in Italia i sindacati non sono tutti trattati allo stesso modo. I sindacati concertativi godono di privilegi e riconoscimenti formali che vengono negati ai sindacati di base, pur rappresentando anch’essi migliaia di lavoratrici e lavoratori. Questo è un vulnus democratico: la rappresentanza non può essere monopolio di pochi, ma deve valere per tutti.

Nel mondo della scuola, la situazione è ancora più evidente: la concentrazione di poteri nelle mani dei dirigenti scolastici ha reso le RSU spesso un organo consultivo svuotato, invece che una vera controparte contrattuale. Per rafforzarne il ruolo servono interventi precisi:

  • Parità di diritti per tutti i sindacati: le RSU devono poter essere sostenute da tutte le sigle presenti nella scuola, non solo da quelle concertative. Il pluralismo sindacale deve tradursi in pari dignità e possibilità di azione.
  • Poteri contrattuali effettivi: oggi le RSU vengono spesso convocate per “informazione” o “consultazione”. Noi chiediamo che abbiano potere vincolante su orari, carichi di lavoro, organizzazione interna e utilizzo del Fondo d’Istituto.
  • Ridefinizione normativa: è necessario modificare le regole della contrattazione integrativa, stabilendo che le decisioni non siano unilaterali del dirigente ma esito di un confronto obbligatorio con le RSU. Senza accordo, non si procede.
  • Superare la discrezionalità dei DS: i dirigenti non possono essere “padroni del vapore”. Occorre riequilibrare i poteri, restituendo centralità alla collegialità e alla contrattazione.

RSU: più potere contrattuale

Di fronte alla crescente concentrazione di poteri nelle mani dei dirigenti scolastici, come si può rafforzare concretamente il potere contrattuale delle RSU? Quali modifiche normative sono necessarie per trasformare le rappresentanze da organo consultivo a soggetto con un reale potere decisionale?

Come Unicobas diciamo chiaramente: la democrazia sindacale nella scuola si difende garantendo uguali diritti a tutti i sindacati e trasformando le RSU da semplici spettatori a veri soggetti decisionali, capaci di contrattare e di bloccare provvedimenti unilaterali. Senza questa svolta, il rischio è che le RSU restino un guscio vuoto e i lavoratori della scuola siano privati della loro voce reale.

È un’ingiustizia intollerabile che in Italia i sindacati di base non possano tenere assemblee sindacali in orario di servizio all’interno delle scuole, al pari dei sindacati concertativi. Questo divieto rappresenta una palese discriminazione e mina alla radice il diritto di libera rappresentanza sancito dalla Costituzione. Il personale della scuola viene così privato della possibilità di confrontarsi con tutte le sigle, vedendosi imposto un monopolio di fatto.

La democrazia sindacale non può essere a geometria variabile: se un sindacato è presente e attivo tra i lavoratori, deve avere gli stessi diritti di assemblea e di informazione. Escludere i sindacati di base significa soffocare il pluralismo e ridurre la partecipazione. Unicobas denuncia con forza questa stortura e chiede la parità di diritti immediata, perché non esistono lavoratori di serie A e sindacati di serie B. È ora di restituire alla scuola un vero spazio democratico, libero e partecipato.

L'intervista al Prof. Marco Monzù Rossello in sintesi...

L'intervista al Prof. Monzù Rossello affronta varie tematiche come le Nuove Indicazioni Nazionali ed evidenzia la critica di Unicobas alla standardizzazione imposta dai test INVALSI, che svilisce la libertà d'insegnamento. Si rivendica un ruolo decisionale e non solo consultivo per le RSU, chiedendo pari dignità e diritti per tutti i sindacati, superando la discriminazione verso quelli di base e riequilibrando i poteri oggi concentrati nelle mani dei dirigenti scolastici.

Nei prossimi giorni pubblicheremo la seconda parte dell'intervista esclusiva al Segretario Unicobas Lombardia.

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