Pensioni 2026: addio a Quota 103 e Opzione Donna, quali sono gli altri anticipi rimasti in vigore?

Le nuove regole sulle pensioni 2026 rendono più difficile l'uscita anticipata: ecco i requisiti aggiornati e le opzioni per i lavoratori.

26 dicembre 2025 19:30
Pensioni 2026: addio a Quota 103 e Opzione Donna, quali sono gli altri anticipi rimasti in vigore? - pensione anticipata
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La Manovra segna una svolta per le pensioni 2026, eliminando canali d'uscita storici. Con il superamento di vecchi regimi agevolati, il sistema vira verso nuovi requisiti anagrafici più rigidi, rendendo fondamentale conoscere le alternative previdenziali attive da gennaio.

Come cambiano i requisiti per le pensioni 2026

La nuova Legge di Bilancio introduce criteri più stringenti per l'accesso al trattamento previdenziale, allontanando l'obiettivo della fine carriera per migliaia di lavoratori. La riforma del sistema prevede che l'età pensionabile salga progressivamente a causa dell'adeguamento alla speranza di vita, arrivando a regime a 67 anni e 3 mesi per la vecchiaia. Questo irrigidimento colpisce duramente chi sperava in una flessibilità in uscita, rendendo i requisiti per l'anticipo sempre più difficili da soddisfare.

Le principali opzioni per l'uscita anticipata

Nonostante la cancellazione di misure popolari, restano attivi alcuni canali per lasciare il lavoro prima dei limiti ordinari, spesso legati a condizioni specifiche o contributive:

  • Pensione di vecchiaia: accessibile a 67 anni con almeno 20 anni di contributi; per i contributivi puri è necessario un assegno minimo pari a quello sociale.

  • Anticipata ordinaria: svincolata dall'età, richiede 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne, oltre a tre mesi di finestra mobile.

  • Quota 41 per i precoci: dedicata a chi ha lavorato almeno 12 mesi prima dei 19 anni e si trova in stato di bisogno (caregiver, invalidi o disoccupati).

  • Pensione a 64 anni: riservata a chi è interamente nel sistema contributivo con 20 anni di versamenti, a patto di aver maturato un assegno pari a tre volte il minimo sociale.

  • Ape Sociale: prorogata per il 2026, permette l'uscita a 63 anni e 5 mesi per categorie svantaggiate o lavoratori impegnati in mansioni gravose.

  • Lavori usuranti: i dipendenti impegnati in attività faticose o turni notturni possono accedere alla pensione con la "Quota 97,6" (61 anni e 7 mesi di età).

  • Pensione di invalidità: garantita ai lavoratori con capacità lavorativa ridotta di almeno l'80%, a partire dai 61 anni per gli uomini e 56 per le donne.

  • Isopensione: uno strumento aziendale che permette uno scivolo fino a sette anni, previo accordo e copertura totale dei costi da parte del datore di lavoro.

La nuova architettura previdenziale punta alla stabilità dei conti pubblici, limitando le deroghe e puntando su una maggiore permanenza in servizio. La pianificazione previdenziale diventa quindi uno strumento essenziale per navigare tra le poche opzioni di flessibilità rimaste.

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