Influenza: la variante K colpisce in anticipo i bambini
L'influenza è arrivata prima con sintomi intensi. I pediatri consigliano il vaccino per proteggere i più piccoli ed evitare l'uso di farmaci errati.
L'influenza stagionale è arrivata in netto anticipo, trainata dalla diffusione della variante K del virus. I dati sanitari confermano un picco di contagi che interessa soprattutto i bambini sotto i 4 anni. È essenziale puntare sulla prevenzione per limitare la diffusione delle infezioni respiratorie.
L'andamento dei contagi e i sintomi
I dati della rete RespiVirNet segnalano un’accelerazione della curva epidemica: nell'ultima settimana monitorata sono stati 585 mila gli italiani a letto, portando il totale stagionale a oltre 3,3 milioni. A dominare è la variante K del virus A/H3N2 che, pur non essendo più aggressiva, riesce a eludere l'immunità della popolazione accumulata negli anni scorsi.
I sintomi più comuni di questa ondata includono:
Febbre alta improvvisa (sopra i 38°C) accompagnata da brividi.
Dolori muscolari diffusi e spossatezza generale.
Congestione nasale, gola infiammata e occhi arrossati.
Disturbi gastrointestinali, frequenti nei pazienti pediatrici.
Influenza e prevenzione nei bambini
La fascia d'età più colpita risulta essere quella da 0 a 4 anni. Questo accade perché i bambini possiedono un sistema immunitario immaturo e la frequentazione di asili e scuole favorisce lo scambio virale. Antonio D’Avino, presidente della Federazione Italiana Medici Pediatri, ricorda che il rischio di contagio aumenta notevolmente durante i ritrovi familiari delle festività.
Le raccomandazioni per la tutela dei minori sono chiare:
La vaccinazione è raccomandata dai 6 mesi ai 6 anni e per i soggetti fragili.
Il vaccino riduce il rischio di complicanze batteriche gravi come bronchiti e otiti.
Gli anticorpi protettivi si sviluppano pochi giorni dopo la somministrazione.
Errori da evitare nelle cure
Un problema rilevante è l'ansia dei genitori che porta all'auto-prescrizione di farmaci. I dati indicano un abuso di antibiotici, i quali sono totalmente inefficaci contro le infezioni virali e rischiano di aumentare l'antibiotico-resistenza, oltre a causare effetti collaterali intestinali.
Per una corretta gestione domiciliare è fondamentale:
Evitare il fai-da-te medicinale e consultare sempre il pediatra.
Non alternare paracetamolo e ibuprofene per non elevare il rischio di tossicità.
Mantenere il bambino idratato e non coprirlo eccessivamente.
La febbre è una risposta difensiva dell'organismo; l'obiettivo non è azzerarla a tutti i costi, ma monitorare lo stato di salute generale del bambino.