Intelligenza Artificiale a scuola: come gestire ChatGPT tra rischi e opportunità

Il 73% degli studenti usa ChatGPT: ecco le strategie emerse al Congresso Indire per promuovere un uso consapevole dell'intelligenza artificiale a scuola.

28 novembre 2025 14:00
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L'integrazione delle nuove tecnologie in classe non è più un'opzione, ma una realtà consolidata. Fino al 29 novembre, l'Istituto degli Innocenti di Firenze ospita un evento cruciale per il futuro della didattica: il congresso "Educazione e creazione di valore nell’era digitale: competenze per un umanesimo trasformativo". Organizzato dal Collaborative Knowledge Building Group (Ckbg) in collaborazione con Indire, l'incontro riunisce esperti italiani e internazionali. L'obiettivo è analizzare come il digitale stia rimodellando i processi formativi e quali siano le risposte educative necessarie.

I dati OCSE: l'invasione di ChatGPT in classe

Uno dei punti di partenza del dibattito è rappresentato dai recenti dati OCSE. I numeri parlano chiaro e descrivono uno scenario in rapida evoluzione: il 73% degli studenti utilizza già ChatGPT o strumenti simili per lo studio e i compiti. Questa pervasività solleva interrogativi urgenti. Non si tratta solo di "copiare", ma di capire come cambia il modo di apprendere. La velocità con cui l'intelligenza artificiale a scuola si sta diffondendo impone una riflessione immediata da parte delle istituzioni.

I temi chiave del Congresso di Firenze

L'evento fiorentino non si limita alla teoria, ma esplora applicazioni pratiche e tematiche trasversali. Gli studiosi presenti stanno affrontando argomenti che spaziano dalla salute digitale alla robotica. Tra i temi principali trattati figurano:

  • IA e Ricerca Qualitativa: Come l'intelligenza artificiale può supportare l'analisi dei dati educativi.

  • Benessere dei Docenti: Presentazione di un'app interattiva dedicata alla promozione della salute degli insegnanti.

  • Robotica Educativa: Nuove frontiere per l'apprendimento delle materie STEM.

  • Patentino Digitale: La proposta di una certificazione per formare cittadini digitali consapevoli.

Scenari futuri: la visione di Indire

Elisabetta Mughini, dirigente di ricerca di Indire, ha delineato la mission del congresso. L'intento è offrire uno spazio di confronto su ciò che la ricerca sta ipotizzando per il futuro dell'istruzione. L'obiettivo primario è migliorare la formazione degli insegnanti, rendendoli pronti a gestire questi nuovi strumenti. Secondo Mughini, la sfida più grande è evitare che l'uso massiccio della tecnologia porti a un abbassamento della capacità di acquisire conoscenza. È fondamentale che la rapidità di risposta delle IA non sostituisca il processo critico di apprendimento dello studente.

I rischi della "depauperazione cognitiva"

Nadia Sansone, presidente del Ckbg, ha posto l'accento sui pericoli di un utilizzo passivo delle tecnologie. Senza una guida adeguata, esiste un rischio reale di depauperazione cognitiva e deresponsabilizzazione degli studenti. L'uso acritico dell'intelligenza artificiale può trasformarsi da risorsa a ostacolo. Se lo studente delega interamente il pensiero alla macchina, perde l'opportunità di sviluppare competenze logiche e creative fondamentali.

La necessità di un uso consapevole

La soluzione non risiede nel divieto, ma nell'educazione. Sansone sottolinea tre pilastri fondamentali per il futuro della scuola digitale:

  1. Guida del Docente: L'insegnante deve rimanere al centro del processo, orchestrando l'uso della tecnologia.

  2. Ricerca Continua: È necessario studiare costantemente i processi di apprendimento mediati dall'IA.

  3. Consapevolezza dello Studente: I ragazzi devono essere formati a un uso critico e riflessivo degli strumenti digitali.

La vera forza della tecnologia risiede nella qualità del suo impiego. Solo un sistema educativo capace di accompagnare studenti e docenti verso una competenza digitale responsabile potrà trasformare l'era dell'intelligenza artificiale in un nuovo umanesimo.

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