IRPEF 2025: corretti gli acconti, meno tasse per 12 milioni di italiani
Corretto il calcolo IRPEF 2025: meno tasse e acconti più leggeri per 12 milioni di italiani, nuove detrazioni e regole più eque per i contribuenti.
Il Decreto Legge n. 55/2025, convertito in legge il 19 giugno, ha corretto un grave disallineamento normativo che avrebbe causato versamenti IRPEF più alti rispetto al dovuto. Vediamo cosa è successo, quali sono i nuovi calcoli per acconti e detrazioni e come cambia la gestione fiscale per milioni di italiani.
Un errore evitato in extremis: l’acconto IRPEF con le vecchie aliquote
Un vuoto normativo rischiava di far pagare agli italiani acconti IRPEF 2025 calcolati secondo le vecchie aliquote del 2024, nonostante la conferma delle nuove percentuali ridotte (23%, 35%, 43%) per il 2025. Senza l’intervento urgente del Decreto Legge 55/2025, si sarebbe generata una discrepanza tra l’acconto versato e l’imposta effettiva, con conseguenti conguagli onerosi e complicazioni burocratiche.
Il nodo tra riforma IRPEF e Legge di Bilancio
Il problema nasce dalla sovrapposizione tra il D.Lgs. 216/2023, che prevedeva la riduzione degli scaglioni IRPEF da quattro a tre per il solo 2024, e la Legge di Bilancio 2025, che ha esteso la riforma anche all’anno in corso. Tuttavia, le norme transitorie imponevano ancora il calcolo degli acconti IRPEF 2025 secondo il vecchio sistema a quattro aliquote, creando un cortocircuito normativo.
Le nuove aliquote IRPEF e l’effetto sui contribuenti
Grazie alla conversione in legge del decreto, il calcolo degli acconti IRPEF 2025 avverrà in coerenza con le nuove aliquote. Il vantaggio più evidente riguarda i redditi tra 15.000 e 28.000 euro, dove la seconda aliquota scende dal 25% al 23%, generando un risparmio fino a 260 euro. Per esempio, chi guadagna 28.000 euro annui paga un acconto ridotto proprio di tale importo (2% di 13.000 euro).
Impatto concreto su lavoratori e pensionati
A partire dai cedolini di luglio 2025, circa 12 milioni di lavoratori dipendenti e pensionati vedranno aumentare il netto mensile grazie alla revisione delle trattenute IRPEF. Ecco alcuni esempi di risparmio sull’acconto IRPEF:
- Reddito annuo 20.000 euro: risparmio di 100 euro
- Reddito annuo 25.000 euro: risparmio di 200 euro
Pur trattandosi di cifre contenute, rappresentano un sollievo concreto per le famiglie alle prese con un’inflazione ancora sostenuta.
Detrazioni e familiari a carico: le novità 2025
La legge ha anche rivisto le detrazioni IRPEF:
- Per i lavoratori dipendenti con redditi fino a 15.000 euro, la detrazione aumenta da 1.720 a 1.955 euro, un incremento di 235 euro.
- Per i redditi fino a 20.000 euro è prevista una soglia esente aggiuntiva, per evitare l’esclusione dal bonus 100 euro.
In senso opposto, i redditi oltre i 75.000 euro vedranno una riduzione progressiva delle detrazioni, con tutele specifiche per chi ha più di due figli o figli disabili. Una modifica controversa riguarda l’eliminazione di alcune figure dal novero dei familiari a carico: via le detrazioni per generi, nuore, suoceri, fratelli e figli over 29. Un contribuente che detraeva per un figlio trentenne, ad esempio, perderà 260 euro annui.
Le scadenze IRPEF da non dimenticare
Chi presenta il Modello 730 senza partita IVA deve versare saldo e primo acconto IRPEF entro il 30 giugno 2025, con possibile proroga al 30 luglio (+0,40% di maggiorazione). Tuttavia, gli esperti sconsigliano questa opzione per via del basso beneficio in termini di liquidità. Particolare attenzione va posta dai contribuenti senza sostituto d’imposta, come pensionati con più enti o lavoratori autonomi occasionali, che dovranno calcolare e versare in autonomia.
La rateizzazione dell’acconto resta possibile:
- In unica soluzione entro giugno
- Oppure in due rate: 40% a giugno, 60% a novembre
Anche gli addizionali regionali e comunali saranno calcolati sulla base dell’IRPEF 2024 aggiornata con le nuove aliquote.