La Rete degli Studenti diffida Valditara: scontro sul voto in condotta e gli esami di maturità
La Rete degli Studenti diffida il ministro Valditara sull’ordinanza che lega il voto in condotta al credito scolastico: rischio ricorso legale e nuove proteste.
La Rete degli Studenti Medi ha inviato una diffida formale al ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, chiedendo l’immediato ritiro dell’ordinanza che collega il voto in condotta al credito scolastico per gli Esami di Stato. La misura è considerata discriminatoria e potenzialmente dannosa per chi ha partecipato ad attività di protesta.
Proteste contro l’ordinanza: rischio penalizzazione per gli attivisti della Rete degli Studenti
Il provvedimento stabilisce che il punteggio massimo agli Esami di Stato potrà essere assegnato solo a chi otterrà almeno 9/10 nel comportamento. Secondo la Rete degli Studenti, questa norma penalizza chi ha preso parte a manifestazioni, occupazioni o autogestioni, spesso sanzionate con un abbassamento del voto di condotta. Paolo Notarmicola, coordinatore nazionale, ha dichiarato che la misura viola lo Statuto delle studentesse e degli studenti, che vieta di legare il comportamento al merito scolastico.
Possibile ricorso legale: studenti pronti alla battaglia
La diffida è l’ultimo avvertimento prima di un ricorso in tribunale. Gli studenti annunciano azioni legali qualora anche un solo alunno risultasse danneggiato dall’ordinanza. Notarmicola ha accusato il ministro Valditara di ignorare le richieste di dialogo, denunciando un approccio repressivo e poco incline al confronto con la comunità scolastica. Bianca Piergentili, coordinatrice regionale del Lazio, ha sottolineato un aumento delle denunce e dei provvedimenti disciplinari contro gli attivisti, evidenziando una deriva autoritaria nel sistema scolastico.
Scuola e diritto di protesta: il futuro resta incerto
Gli studenti temono che l’ordinanza possa avere un effetto deterrente sulle future mobilitazioni, limitando il diritto di protesta e partecipazione democratica. La Rete ribadisce che la scuola deve rimanere un luogo di formazione e crescita civica, non di repressione. La mobilitazione continuerà sia nelle piazze sia nelle aule giudiziarie, in attesa di una risposta ufficiale dal Ministero dell’Istruzione e del Merito, che dovrà chiarire se intende confermare o modificare la misura contestata.