Le difficoltà del lavoro docente, CNDDU: 'Serve una riforma'
La scomparsa di Rossana Cerretti evidenzia la difficoltà del lavoro docente. Il CNDDU chiede al Ministro Valditara riforme e riconoscimento economico.


La tragica morte della prof. Rossana Cerretti a Brescia, trovata senza vita mentre correggeva, riaccende i riflettori sulla dura realtà del lavoro docente. Una professione complessa e usurante, spesso vissuta in solitudine e senza adeguato supporto, che richiede un impegno costante ben oltre l'orario scolastico.
Brescia, la morte della professoressa Rossana Cerretti richiama l’attenzione sulla condizione usurante e complessa del lavoro docente: chiesto al Ministro Valditara una riforma profonda e un reale riconoscimento economico
Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani esprime profondo cordoglio per la scomparsa improvvisa della professoressa Rossana Cerretti, docente di lettere presso il Liceo Copernico di Brescia, trovata senza vita nella sua abitazione mentre stava correggendo i compiti dei suoi studenti.
La notizia, tanto dolorosa quanto emblematica, racconta la realtà di una scuola che vive grazie all’impegno silenzioso di insegnanti che non si risparmiano mai. La professoressa Cerretti, morta con la penna tra le dita, incarna la dedizione assoluta di chi considera l’insegnamento non solo una professione, ma una missione civile, culturale e morale.

Oggi più che mai, il mestiere di insegnante è un lavoro usurante, complesso e spesso solitario. Le aule sono lo specchio delle tensioni del nostro tempo: studenti che portano con sé disagi familiari, disturbi emotivi, fragilità psicologiche, diversità culturali e bisogni educativi speciali. Ogni docente è chiamato quotidianamente a farsi carico di queste complessità, assumendo ruoli che vanno ben oltre la didattica — da mediatore a consigliere, da sostegno umano a riferimento affettivo — spesso senza il supporto necessario, senza strumenti adeguati e in una condizione di crescente isolamento professionale.
A questa dimensione emotiva si aggiungono ritmi di lavoro frenetici, burocrazia opprimente, continue riforme parziali e una percezione sociale che non riconosce appieno il valore e la fatica del lavoro docente. È doveroso ribadire che insegnare logora, e che l’impegno educativo e relazionale richiesto ogni giorno è pari, se non superiore, a quello di molte professioni già riconosciute come usuranti.
La tragica scomparsa della professoressa Cerretti non deve rimanere un episodio isolato di commozione, ma diventare un segnale di allarme e di consapevolezza collettiva.
Per questo motivo, il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani rivolge un forte e accorato appello al Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, affinché promuova una riforma complessiva e strutturale della professione docente. Tale riforma dovrà riconoscere ufficialmente la natura usurante del lavoro degli insegnanti, garantire reali misure di sostegno psicologico e organizzativo, ridurre i carichi burocratici, rafforzare la rete di supporto nelle scuole e, soprattutto, migliorare in modo significativo la condizione economica dei docenti, oggi lontana dal riflettere l’importanza sociale, culturale e civile del loro ruolo.
Restituire dignità, serenità e giusto riconoscimento economico a chi ogni giorno educa alla conoscenza e alla libertà significa investire nel futuro del Paese. È tempo che la scuola italiana non chieda più sacrifici silenziosi, ma offra rispetto, tutela e valore umano a chi la fa vivere.
prof. Romano Pesavento, presidente CNDDU