L’evoluzione dell’intelligenza: come cambia con l’età
L’intelligenza non ha un solo picco: diverse abilità mentali raggiungono l’apice in momenti differenti della vita, secondo le ricerche.


Per anni si è pensato che l’intelligenza umana seguisse un andamento prevedibile: un’ascesa rapida nei primi anni di vita seguita da un declino inesorabile con l’età. Tuttavia, la ricerca scientifica degli ultimi decenni ci racconta una realtà molto più articolata. L’intelligenza non ha un solo momento di massimo splendore. Al contrario, diverse forme di abilità cognitive raggiungono il loro apice in momenti differenti della vita, dimostrando che siamo “intellettualmente vivi” ben oltre i 60 anni.
Due volti dell’intelligenza: fluida e cristallizzata
Gli psicologi Raymond Cattell e John Horn hanno proposto una distinzione fondamentale tra due principali componenti dell’intelligenza:
- Intelligenza fluida: è la capacità di ragionare in modo astratto, risolvere problemi nuovi, riconoscere schemi e adattarsi a situazioni inedite. Questa forma di intelligenza non dipende da conoscenze acquisite, ma dalla rapidità e flessibilità del pensiero.
- Intelligenza cristallizzata: riguarda l'accumulo di conoscenze, vocabolario, esperienza, competenze e cultura generale. Si sviluppa nel tempo e si basa sull’apprendimento e sulla memoria a lungo termine.
Quando raggiungiamo il picco?
- L’intelligenza fluida tende a raggiungere il suo apice tra i 20 e i 30 anni, secondo studi pubblicati su Psychological Science e Nature Human Behaviour. Dopodiché può rallentare, ma non scompare.
- L’intelligenza cristallizzata, al contrario, migliora costantemente anche oltre i 60 o 70 anni, secondo le analisi longitudinali dello Seattle Longitudinal Study e ricerche pubblicate su Developmental Psychology.
Diversi tipi di intelligenza, diversi momenti d’oro
Uno studio del 2015 del Massachusetts Institute of Technology e del Boston College ha esaminato oltre 50 test cognitivi su migliaia di persone, scoprendo che diverse capacità mentali raggiungono il loro apice in fasi distinte della vita:
- 18-20 anni: la velocità di elaborazione delle informazioni è massima. Il cervello reagisce rapidamente agli stimoli, utile in situazioni che richiedono riflessi mentali e decisioni immediate.
- 25-35 anni: la memoria di lavoro (la capacità di mantenere e manipolare informazioni per brevi periodi) è al top. È il periodo ideale per apprendere abilità complesse e multitasking.
- 40-50 anni: migliorano la comprensione emotiva e l’abilità nel leggere il linguaggio non verbale. Le persone diventano più empatiche, competenti nella gestione dei conflitti e dei rapporti umani.
- 50-70 anni (e oltre): cresce l’intelligenza cristallizzata. Il vocabolario si espande, la capacità di esprimersi migliora, e l’esperienza aiuta a risolvere problemi complessi e a fare scelte sagge.
Il cervello non smette mai di imparare
Contrariamente a quanto si è pensato per anni, la neuroplasticità – la capacità del cervello di modificarsi e creare nuove connessioni – non si esaurisce con l’età. Studi di neuroscienze (come quelli del National Institute on Aging e di autori come Michael Merzenich e Elkhonon Goldberg) dimostrano che l’apprendimento continuo, l’attività sociale e la curiosità mentale sono fattori chiave per mantenere la mente attiva a lungo.
Oltre il “picco”: l’intelligenza come viaggio continuo
L’idea che esista un solo picco dell’intelligenza è ormai superata. Il nostro potenziale cognitivo è composto da molteplici cime, distribuite lungo l’arco della vita. Il vero segreto non è rincorrere la giovinezza mentale, ma coltivare tutte le forme di intelligenza: logica, emotiva, linguistica, sociale.
Come mantenere la mente attiva?
- Leggere con costanza e curiosità.
- Imparare nuove lingue o strumenti musicali.
- Coltivare relazioni e dialoghi significativi.
- Fare attività fisica regolare, che ha effetti positivi anche sul cervello.
- Dormire a sufficienza e ridurre lo stress.