Lo smartphone in classe: il Ministero punta su disciplina e responsabilità
Il Ministero estende alle scuole superiori il divieto di smartphone: più concentrazione, meno dipendenze e spazio alla responsabilità educativa.
Dall’inizio di settembre gli studenti delle scuole secondarie di secondo grado non potranno più utilizzare lo smartphone durante le lezioni. Con una circolare ufficiale, il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha esteso alle superiori un divieto già presente negli ordini scolastici precedenti. L’obiettivo dichiarato è duplice: proteggere la salute dei ragazzi e rafforzare la qualità degli apprendimenti, riducendo le distrazioni e promuovendo un approccio più consapevole allo studio.
Autonomia organizzativa e responsabilità educativa
La novità più significativa riguarda la libertà lasciata a ciascuna scuola nell’applicazione del divieto. Non esiste una regola unica: ogni istituto potrà stabilire le modalità più efficaci per gestire i dispositivi, ad esempio prevedendo spazi sicuri per depositarli o consentendo ai docenti di raccoglierli temporaneamente a inizio lezione. Anche le eventuali sanzioni saranno decise in autonomia, in coerenza con i regolamenti interni. Il ministro Valditara, in un’intervista rilasciata al quotidiano Avvenire, ha spiegato le ragioni e i criteri con cui verrà applicata la nuova misura, precisando che la stessa non vuole punire ma educare . In quest’ottica il voto in condotta diventa uno strumento formativo, capace di richiamare gli studenti al senso di responsabilità individuale e al rispetto delle regole comuni.
Studi scientifici e rischi legati all’abuso
Il provvedimento non nasce da un pregiudizio ma da dati concreti. Ricerche condotte dall’Ocse e dall’Istituto Superiore di Sanità dimostrano che l’uso prolungato dello smartphone compromette memoria, concentrazione e creatività, con effetti negativi sul rendimento scolastico. Inoltre, l’esposizione continua agli schermi può favorire forme di dipendenza che incidono sul benessere psicologico. Per questo motivo il Ministero ha scelto di promuovere un ambiente didattico più protetto, senza però penalizzare chi ha esigenze specifiche: le eccezioni restano valide per studenti con disabilità o con bisogni educativi particolari, che potranno continuare a utilizzare i dispositivi come strumenti di supporto.
Un consenso che va oltre la scuola
La scelta di limitare l’uso dei cellulari ha trovato ampio sostegno nell’opinione pubblica. Quasi otto italiani su dieci si dichiarano favorevoli, segno che il tema viene percepito come una questione di salute e crescita personale, non soltanto come regola disciplinare. Anche tra gli studenti, nonostante alcune resistenze, la misura incontra il favore di circa il 60%. Per molti giovani, infatti, la scuola rappresenta uno degli ultimi spazi dove si può riscoprire la concentrazione, la relazione diretta e il valore del confronto senza mediazioni digitali. Il Ministero punta proprio a questo: restituire alla scuola il ruolo di luogo privilegiato di apprendimento e di educazione alla responsabilità.