Maturità 2025: il 99,7% dei candidati supera l’esame. È ancora un vero banco di prova?

Maturità 2025: il 99,7% degli ammessi ottiene il diploma. Dati, differenze tra indirizzi e il dibattito su meritocrazia e inclusione scolastica.

10 agosto 2025 09:24
Maturità 2025: il 99,7% dei candidati supera l’esame. È ancora un vero banco di prova? - Risultati Esami di Stato
Risultati Esami di Stato
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I dati ufficiali diffusi dal Ministero dell’Istruzione e del Merito sulla Maturità 2025 hanno acceso un vivace confronto nell’opinione pubblica. Con quasi tutti gli studenti ammessi che ottengono il diploma, il ruolo dell’esame di Stato come momento di valutazione è messo in discussione. Tra chi denuncia un “livellamento verso il basso” e chi difende il modello attuale, la spaccatura è netta.

Statistiche della Maturità 2025

Secondo i dati ministeriali, il 99,7% degli studenti ammessi ha superato l’esame di Stato. In altre parole, solo lo 0,3% dei candidati non ha conseguito il diploma.
L’analisi storica mostra che la vera selezione avviene durante i cinque anni di scuola superiore: il tasso di ammissione si ferma infatti al 76,6%, in leggero calo rispetto al 77,1% dell’anno precedente.

Le differenze per tipologia di istituto sono rilevanti:

  • Licei: 81% di ammessi, 3,1% di non ammessi.
  • Istituti tecnici: 8,1% di non ammessi.
  • Istituti professionali: 9,2% di non ammessi.

Maturità 2025: le eccellenze regionali

Le lodi sono distribuite in maniera disomogenea sul territorio nazionale.
La Campania si conferma la regione con più diplomati a pieni voti (2.898), seguita da Sicilia (1.947) e Puglia (1.891). Un dato che alimenta il dibattito sulla qualità della preparazione e sulle differenze tra aree geografiche.

Reazioni e critiche: “Una prova svuotata di significato”

Sui social network si è sviluppato un acceso confronto. Molti insegnanti e osservatori definiscono la Maturità una “cerimonia simbolica” che ha perso il carattere selettivo, trasformandosi in un semplice passaggio formale.
Le critiche più frequenti riguardano la percezione di un abbandono della cultura della meritocrazia, con maggiore enfasi sul benessere emotivo degli studenti a scapito, secondo alcuni, della preparazione accademica.

Casi emblematici, come quello di studenti che hanno rifiutato di sostenere l’orale ottenendo comunque il diploma, vengono citati come segnali di un sistema meno rigoroso.

Maturità 2025: le ragioni di chi difende l’attuale sistema

Non tutti concordano con queste accuse. I sostenitori dell’alta percentuale di promossi sottolineano che chi affronta la Maturità ha già superato cinque anni di prove e valutazioni, e che l’esame finale dovrebbe rappresentare la naturale conclusione del percorso, non un ostacolo punitivo.
Molti ricordano inoltre che da anni si chiede di valorizzare il rendimento complessivo dello studente, e che i dati attuali non fanno altro che applicare questo principio.

Il paradosso della bocciatura

Un’altra riflessione emersa riguarda il significato stesso della bocciatura.
Secondo alcuni, respingere uno studente all’esame finale significa sancire un fallimento non solo personale ma dell’intero sistema scolastico.
Questa visione si scontra con quella di chi invoca un ritorno a criteri più severi, ritenendo la selezione fondamentale per mantenere standard elevati.

Maturità 2025: un problema oltre le percentuali

Il dibattito sui risultati della Maturità 2025 mette in luce criticità più ampie:

  • pressione crescente delle famiglie sugli insegnanti,
  • riduzione dell’autorevolezza delle istituzioni scolastiche,
  • difficoltà nel mantenere livelli qualitativi omogenei in un contesto sociale in rapida trasformazione.

L’Italia appare divisa tra due modelli educativi: uno orientato al rigore e alla selezione, l’altro focalizzato su inclusione e successo formativo per tutti. Una frattura che riflette le tensioni della società tra tradizione e innovazione, tra meritocrazia ed equità.

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