Maturità, alloro e toghe sotto accusa: lo scrittore Andrea Maggi smonta i riti pacchiani delle famiglie
Andrea Maggi denuncia i riti spettacolari dei genitori: toghe e alloro tolgono ai ragazzi la libertà di vivere pienamente i propri successi scolastici


Andrea Maggi attacca il protagonismo di certi genitori durante esami e cerimonie scolastiche: corone d’alloro per la maturità e toghe da dottore già alle elementari. “È pacchiano e ossessivo”, denuncia il docente e scrittore, sottolineando come questi gesti rischino di privare i ragazzi della libertà di vivere autonomamente i propri traguardi
Dalla maturità alla quinta elementare: l’escalation dei riti
Andrea Maggi, noto insegnante e volto televisivo, ha lanciato un duro monito verso le modalità con cui i genitori celebrano i traguardi scolastici dei propri figli. Nel mirino, in particolare, l’uso di corone d’alloro alla maturità e di toghe accademiche già alla scuola primaria. Gesti che, a suo dire, trasformano momenti significativi in rappresentazioni vuote e spettacolarizzate per i social. Il fenomeno, sempre più diffuso, è alimentato da una vera e propria industria commerciale: kit da “laureato” per bambini venduti a partire da 25 euro e un boom del 40% nelle vendite di allori nei periodi d’esame. Il simbolo della sapienza classica si è così ridotto a mera coreografia per postare foto online, spesso più per il vanto dei genitori che per i figli.
Andrea Maggi genitori sempre più invadenti: il ritorno dell’“helicopter parenting”
Il discorso di Maggi si inserisce in una riflessione più ampia sull’ipergenitorialità. L’atteggiamento di controllo eccessivo e presenza costante, noto anche come helicopter parenting, viene ormai riconosciuto da numerosi psicologi come una delle derive più preoccupanti dell’educazione contemporanea. I genitori tendono a sovrapporsi emotivamente ai successi dei figli, appropriandosene per colmare proprie insicurezze o mancanze. È un paradosso generazionale: genitori cresciuti con figure assenti o fredde, oggi cercano un controllo opposto, soffocando inconsapevolmente l’autonomia dei ragazzi. Maggi denuncia come ciò sia anche alimentato dalla costante necessità di documentare tutto sui social, togliendo autenticità a esperienze che dovrebbero appartenere solo ai diretti protagonisti.
Celebrazioni precoci: un danno più che un riconoscimento
Secondo Maggi, celebrare ogni tappa scolastica come se fosse una laurea inflaziona il valore del riconoscimento e banalizza il significato della conquista personale. La toghe per bambini di 10 anni, ad esempio, annullano il senso della gradualità, confondendo i livelli di maturazione e rendendo i traguardi un’occasione di esibizione più che di crescita. Il rischio è che i figli non imparino a dare valore agli sforzi e alla costanza, ma solo all’applauso. Il docente evidenzia come queste dinamiche indeboliscano il processo educativo, sostituendo la fatica con la vanità, l’autonomia con il compiacimento. L’invito è a restituire ai giovani la possibilità di sentire proprie le conquiste, senza pressioni o sovrastrutture imposte dagli adulti.
Andrea Maggi: l’identità digitale dei genitori sulle spalle dei figli
Uno dei punti più critici sollevati da Maggi riguarda la sovrapposizione tra l’identità del figlio e quella del genitore nei social network. Oggi, ogni traguardo diventa contenuto da condividere, alimentando una competizione sotterranea tra famiglie. È un fenomeno che riduce l’individualità dei figli a vetrina per l’autoaffermazione dei genitori. L’atto educativo si trasforma in una performance che, secondo Maggi, “ruba ai ragazzi la gioia di vivere appieno ciò che è loro”. Serve una riflessione su come accompagnare i giovani verso l’autonomia senza trasformare ogni loro esperienza in spettacolo e pubblicità familiare. Per crescere, conclude Maggi, i ragazzi devono essere lasciati liberi di sbagliare, provare disagio, gioire e maturare con i propri tempi e strumenti.