Mobilità: è un diritto lavorare vicino al familiare disabile

Un docente ottiene giustizia dopo il rifiuto del trasferimento richiesto con la Legge 104: il tribunale chiarisce i diritti sulla mobilità scolastica

21 agosto 2025 10:04
Mobilità: è un diritto lavorare vicino al familiare disabile - Sentenza del Giudice
Sentenza del Giudice
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Il Tribunale di Siracusa ha accolto il ricorso di un docente che chiedeva trasferimento per assistere i genitori disabili. La sentenza chiarisce che le preferenze inserite nella domanda di mobilità non possono limitare il diritto garantito dalla Legge 104/1992, ribadendo la prevalenza della tutela familiare sui vincoli amministrativi

Il diniego e la decisione del Tribunale

Il ricorso nasce dal rigetto della domanda di trasferimento di un docente che aveva chiesto di avvicinarsi a Messina, città di residenza dei genitori disabili. Gli uffici scolastici avevano motivato il diniego sostenendo che il Comune in questione non fosse stato inserito tra le prime preferenze. Tuttavia, i giudici hanno stabilito che questa interpretazione fosse illegittima, in quanto la normativa non prevede un ordine vincolante delle sedi successive alla prima. È sufficiente, infatti, che sia presente almeno un’istituzione scolastica situata nel Comune del familiare da assistere.

Interpretazione del contratto e valore della Legge 104

La controversia ha riguardato anche l’interpretazione di alcune disposizioni del contratto collettivo nazionale. Secondo la difesa del docente, guidata dall’avvocato Santi Delia, non esiste alcun obbligo di collocare le sedi del Comune del disabile come prime scelte. Il Tribunale ha confermato questa lettura, sottolineando come l’interpretazione degli uffici scolastici fosse eccessivamente restrittiva e non coerente con i principi della Legge 104. Quest’ultima, in quanto norma di rango superiore, garantisce un diritto che non può essere compresso da criteri contrattuali o prassi amministrative.

Implicazioni per la mobilità scolastica

La sentenza apre uno scenario rilevante per i futuri contenziosi sulla mobilità docenti, ponendo l’accento sull’equilibrio tra contratti collettivi e diritti soggettivi. Secondo l’avvocato Delia, la decisione ribadisce la funzione sociale della Legge 104, che tutela non solo i lavoratori ma anche le famiglie in situazioni di fragilità. Il provvedimento censura una prassi amministrativa diffusa, che rischiava di svuotare di significato le garanzie normative. In questo modo, viene riaffermato il principio secondo cui la precedenza nelle domande di mobilità per chi assiste un familiare con disabilità deve prevalere su ogni vincolo formale non previsto dalla legge.

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