Modello Dada scuola: oltre 10 anni di didattica per ambienti attivi

Il modello Dada scuola trasforma gli ambienti scolastici in spazi dinamici, favorendo benessere, inclusione e apprendimento attivo.

05 ottobre 2025 10:46
Modello Dada scuola: oltre 10 anni di didattica per ambienti attivi -
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Il modello Dada scuola rivoluziona la didattica italiana da oltre un decennio, puntando su ambienti di apprendimento dinamici e specializzati. Nato nel 2014, questo approccio ha trasformato il modo di fare scuola in oltre cento istituti italiani, dalle primarie alle superiori, rendendo gli spazi scolastici veri protagonisti dell’esperienza educativa.

Aule tematiche e studenti in movimento

Nel modello Dada, le aule non sono più assegnate a una classe fissa, ma diventano ambienti disciplinari dedicati a una specifica materia. Sono gli studenti a spostarsi da un’aula all’altra, seguendo una logica organizzativa simile a quella universitaria.

Questo movimento costante rompe la staticità tradizionale, stimola l’attenzione e rende la giornata scolastica più dinamica. L’ambiente diventa così parte integrante della didattica, arricchendo l’apprendimento con stimoli visivi, strumenti mirati e una disposizione pensata per favorire l’interazione e la concentrazione.

La Gil: Gioia Interna Lorda come obiettivo educativo

Uno dei concetti chiave del modello Dada è la Gil, ovvero la Gioia Interna Lorda, espressione coniata dal dirigente scolastico Ottavio Fattorini. Più che il miglioramento dei test standardizzati, il modello mira a promuovere benessere, fiducia e responsabilizzazione.

Gli studenti sono coinvolti attivamente nel loro percorso, mentre i docenti assumono un ruolo di guida e ispirazione. Il clima scolastico diventa più sereno, motivante e partecipativo, grazie a una visione che mette la persona al centro e valorizza ogni attore della comunità educativa.

Una trasformazione condivisa e radicale

L’adozione del modello Dada non è progressiva ma totale: la scuola intera si riorganizza attraverso una scelta condivisa e consapevole. Il percorso inizia con la formazione dei docenti e la consulenza diretta dei fondatori, per poi applicare i cinque pilastri fondamentali: movimento, persona educante, fiducia, edificio apprenditivo e comunità educante.

Non si tratta di un progetto ministeriale, ma di un’iniziativa autonoma dal basso, validata da anni di sperimentazione e da una ricerca decennale condotta dall’Università La Sapienza. I risultati parlano chiaro: maggiore inclusione, migliore gestione del tempo e un benessere diffuso tra studenti e insegnanti.