NASpI 2025: requisiti e settimane minime per chi lavora Part-Time
NASpI 2025 e contratto part-time: quante settimane servono davvero, come calcolare quelle utili e cosa incide sul diritto all’indennità.
Quando si parla di NASpI e lavoro part-time, il dubbio è sempre lo stesso: servono 13 settimane o 26? La questione crea spesso confusione, anche perché le informazioni che circolano non sempre sono chiare. In questa guida facciamo chiarezza su quanti contributi servono davvero, come funziona il calcolo delle settimane “utili” e cosa cambia con uno stipendio più basso. Nessun tecnicismo inutile, solo le cose da sapere per non perdere il diritto all’indennità.
Quante settimane servono per ottenere la NASpI?
Chi vuole accedere alla NASpI deve rispettare un requisito fondamentale: aver accumulato almeno 13 settimane di contribuzione nei 4 anni precedenti l’inizio della disoccupazione. Dal 1° gennaio 2022 non serve più dimostrare le 30 giornate di lavoro effettivo nell’anno precedente. La normativa attuale considera esclusivamente le settimane contributive accreditate. Chi si è dimesso volontariamente deve ricostruire il diritto alla NASpI con 13 settimane di contributi versati in nuovi rapporti di lavoro nei 12 mesi successivi. In caso di dimissioni per giusta causa, invece, l’accesso all’indennità resta immediato se il lavoratore possiede gli altri requisiti.
Il part-time modifica i requisiti?
No, il part-time non raddoppia il numero di settimane necessarie. Anche con un contratto part-time, servono sempre 13 settimane “utili”. La chiave è il termine "utile", che non riguarda la durata del contratto, ma l’importo contributivo minimo per ogni settimana.
Cosa significa “settimana utile”?
Una settimana conta come “utile” solo se la retribuzione imponibile supera il minimale contributivo settimanale fissato dall’INPS. Nel 2025, la soglia minima ammonta a 227,18 euro. Se il lavoratore guadagna meno di questa cifra in una settimana, quella settimana non vale per la NASpI.
Esempio concreto: come incide il part-time
Immaginiamo Fabio, una lavoratore con contratto part-time da 20 ore settimanali e una paga mensile di 800 euro. Dividendo 800 per 4,33 settimane, otteniamo circa 185 euro settimanali. In questo caso, Fabio non raggiunge il minimo INPS di 227,18 euro: quindi, quelle settimane non vengono considerate valide per la NASpI.
Per accumulare 13 settimane utili, Marco dovrà lavorare per un periodo più lungo rispetto a un collega full-time. Solo le settimane con retribuzione sopra soglia verranno conteggiate.
Ricapitolando: servono sempre 13 settimane, anche per il part-time
Chi lavora part-time deve rispettare gli stessi requisiti dei lavoratori a tempo pieno:
- Servono 13 settimane utili di contribuzione.
- Non importa l’orario di lavoro settimanale, ma il superamento del minimale retributivo settimanale.
- L’importo della NASpI sarà proporzionale alla retribuzione effettiva.
Consigli utili per lavoratori part-time
Per non perdere settimane utili o diritti, chi lavora con contratti a orario ridotto dovrebbe:
- Controllare l’estratto conto contributivo INPS, disponibile online sul sito ufficiale.
- Verificare le settimane accreditate e confrontarle con le soglie minime vigenti.
- In caso di dubbi, consultare un Patronato o un consulente del lavoro, che può aiutare con il calcolo preciso.
Puoi anche accedere al tuo Fascicolo previdenziale INPS per monitorare lo stato delle tue settimane e valutare se hai diritto alla NASpI.