Nordio sul caso dei bambini nel bosco a Chieti: "Atto doloroso, presto accertamenti"
Il ministro Nordio annuncia verifiche sulla vicenda di Chieti e discute di riforma della giustizia e violenza di genere.
Il Guardasigilli Carlo Nordio ha commentato la complessa vicenda della coppia inglese residente nel chietino, definendo l'allontanamento dei figli un atto estremamente doloroso che impone cautela e richiede accertamenti profondi. Durante il suo intervento all'evento della 'Fondazione Iniziativa Europa' a Stresa, il ministro ha colto l'occasione per spaziare su temi di attualità politica e sociale, toccando argomenti cruciali come la futura riforma della giustizia e le strategie necessarie per il contrasto alla violenza di genere.
Nordio e il caso della famiglia nel bosco
Intervenendo sulla questione dei minori prelevati alla famiglia che viveva a contatto con la natura in Abruzzo, il ministro ha mostrato grande prudenza. Pur definendo prematura qualsiasi conclusione procedurale, ha sottolineato la necessità di verificare se tale stile di vita comprometta l'educazione dei minori. Strappare un bambino al proprio nucleo familiare rimane un trauma che necessita di giustificazioni solide. Nordio ha osservato come, nonostante da decenni si parli di abbandonare il consumismo moderno per tornare allo stato di natura, è fondamentale che tale scelta non leda i diritti dei più piccoli. I genitori, secondo il Guardasigilli, devono essere i primi custodi dei loro doveri, garantendo che le scelte di vita alternative non si traducano in una negazione delle opportunità di crescita e istruzione per i figli minori.
La violenza sulle donne come problema culturale
Il ministro è tornato anche sulle polemiche recenti riguardanti le sue dichiarazioni sulla violenza di genere, chiarendo la sua posizione. Ha ribadito che la violenza maschile contro le donne non può essere affrontata solo con strumenti repressivi, ma necessita di un profondo cambiamento sul piano culturale. Nordio ha ricordato come il maschilismo sia un retaggio millenario, citando l'esempio del delitto d'onore, un istituto presente nel codice italiano fino a cinquant'anni fa che garantiva una sorta di impunità al marito. Per il ministro, le critiche ricevute sono frutto di una "miseria argomentativa" che distorce il suo pensiero: la repressione penale è indispensabile, ma senza sradicare la mentalità del dominio maschile attraverso l'educazione e la cultura, le leggi rischiano di non essere sufficienti per arginare il fenomeno.
Riforma della giustizia e alta corte disciplinare
Infine, l'attenzione si è spostata sul tema caldo del referendum sulla giustizia, ipotizzato per il mese di marzo. Nordio ha messo in guardia dal rischio di trasformare la consultazione in un plebiscito sul governo, scenario che danneggerebbe l'imparzialità della magistratura e la trascinerebbe nell'agone politico. Il ministro ha escluso l'introduzione della responsabilità civile diretta per le toghe, puntando invece sulla creazione di un'alta corte disciplinare. Questo nuovo organo, sorteggiato e indipendente dalle logiche correntizie del Consiglio Superiore della Magistratura, avrà il compito di sanzionare gli errori gravi o dolosi. L'obiettivo è superare quella che Nordio definisce una "giustizia domestica", garantendo che chi sbaglia venga rimosso o richiamato all'ordine senza interferenze di natura politica o legate alla baratteria correntizia.