Novara contro la scuola punitiva: 'Imparare è gioia'

Daniele Novara critica la scuola-caserma: basta consigli di classe punitivi, servono relazioni positive per una didattica motivante e un apprendimento autentico

19 agosto 2025 10:53
Novara contro la scuola punitiva: 'Imparare è gioia' - pedagogista Daniele Novara
pedagogista Daniele Novara
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Relazioni positive e apprendimento efficace non sono in contrasto, ma due facce della stessa medaglia. Lo sostiene il pedagogista Daniele Novara, che critica la persistenza di una logica punitiva negli istituti scolastici italiani. Una visione che, secondo l’esperto, riduce la scuola a una caserma e allontana gli studenti dalla naturale curiosità verso il sapere

Il falso dilemma tra rigore e relazioni

Per Novara, il vero ostacolo alla crescita scolastica è il falso dilemma tra benessere relazionale e rigore accademico. Nei consigli di classe e negli scrutini finali emerge ancora una cultura punitiva, con espressioni come “non dobbiamo dargliela vinta” o “la gita si fa solo se si comportano bene”. Questa impostazione trasforma la scuola in un’esperienza di espiazione, più che di scoperta, rendendo lo studio qualcosa da sopportare invece che da vivere con entusiasmo.

Novara: la scuola come piacere di imparare

Richiamando l’etimologia greca della parola scuola, “skolè” – tempo libero e ozio creativo – Novara evidenzia il paradosso di un sistema che ha trasformato l’apprendimento in sofferenza. La vera missione educativa, sostiene, dovrebbe fondarsi sulla gioia di imparare e sulla motivazione. Centrale è il concetto di indice sociometrico, ossia la qualità delle relazioni tra studenti: un prerequisito essenziale per l’acquisizione di conoscenze autentiche e durature.

Verso una pedagogia del benessere

Secondo Novara, occorre superare una mentalità ottocentesca che ostacola l’innovazione didattica. La scuola deve diventare uno spazio di compresenza sociale attiva, in cui gli studenti possano collaborare, coltivare amicizie e sentirsi parte di una comunità. Questo approccio non solo favorisce il successo degli alunni, ma restituisce ai docenti la gioia del loro lavoro e il senso della missione educativa. Una scuola basata sul benessere condiviso apre la strada a nuove possibilità educative, abbandonando definitivamente la logica punitiva che riduce le relazioni a strumenti di disciplina forzata.

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