Ora di religione cattolica a Bologna: crescono le esenzioni tra gli studenti

Aumentano le esenzioni dall’ora di religione cattolica: quasi il 50% degli studenti rifiuta l’insegnamento, con punte dell’80% alle superiori.

03 maggio 2025 13:11
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Mentre l’attenzione mediatica è puntata su temi religiosi internazionali, a Bologna si registra un fenomeno rilevante nel contesto scolastico: un numero sempre maggiore di studenti sceglie di non frequentare l’ora di religione cattolica. Secondo i dati più recenti del Ministero dell’Istruzione e del Merito, analizzati dall’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti (Uaar), quasi uno studente su due ha optato per l’esonero, con punte che raggiungono e superano l’80% negli istituti superiori.

Un trend in crescita già dalla scuola dell'infanzia

L’esenzione dall’ora di religione cattolica non è più un fenomeno limitato agli studenti più grandi. Le richieste iniziano a manifestarsi già dalla scuola dell’infanzia. A Bologna, le scuole materne come la Panzini registrano il 73% di richieste di attività alternative, mentre in alcune scuole elementari come la Romagnoli e la Don Bosco si superano il 60%. Anche le scuole secondarie di primo grado, come le medie Testoni-Fioravanti, mostrano percentuali simili (65%).

Secondo l’Uaar, questa tendenza evidenzia una crescente richiesta da parte delle famiglie di una scuola pubblica laica, che garantisca pari dignità a tutte le convinzioni religiose e non religiose.

Licei, tecnici e professionali: le percentuali più alte di rinuncia

Il fenomeno diventa ancora più marcato negli istituti di istruzione superiore. Nei licei bolognesi come il Copernico e l’artistico Arcangeli, oltre il 65% degli studenti ha scelto di non partecipare all’ora di religione cattolica. Il dato cresce ulteriormente nei tecnici e nei professionali: all’Aldini-Valeriani si arriva all’81% di esenzioni, mentre al Rosa Luxemburg la percentuale è del 77%.

Queste cifre fanno di Bologna la seconda città in Italia per esoneri, dopo Firenze. A livello provinciale, il dato si attesta attorno al 38%, comunque in crescita rispetto all’anno scolastico precedente.

Le aree urbane più laiche e le osservazioni della Curia

I quartieri cittadini con maggiore propensione all’esenzione coincidono con aree caratterizzate da una forte eterogeneità culturale e presenza straniera: Bolognina, Pilastro, San Donato. Zone in cui l’inclusività e la pluralità di visioni sembrano avere un impatto anche sulla scelta di non aderire all’insegnamento della religione cattolica.

Dal canto suo, la Curia bolognese ha evidenziato che le statistiche presentate non includono le scuole paritarie, nelle quali il dato sulla frequenza dell’Irc sarebbe più alto. Il responsabile diocesano per l’insegnamento della religione, don Gian Mario Benassi, ha sottolineato come il 63% degli studenti bolognesi continui comunque a scegliere religione, definendo questa cifra un “segno di fiducia da parte delle famiglie”.

La questione dell’alternativa e il dibattito sull’inclusività

Benassi ha anche posto l’accento sulla necessità di offrire alternative significative all’ora di religione cattolica. In molti casi, soprattutto nelle scuole superiori, l’opzione alternativa si traduce semplicemente in un’ora libera, che rischia di impoverire l’esperienza formativa complessiva. Secondo il rappresentante della diocesi, è proprio la scuola a perdere quando l’alternativa non è realmente educativa.

Tuttavia, per le associazioni che promuovono una visione laica dell’istruzione, il modello attuale necessita di una revisione più profonda. La crescente domanda di attività alternative non può essere ignorata, e rappresenta un’opportunità per costruire un sistema scolastico più inclusivo, pluralista e rispettoso delle diversità culturali e religiose.

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