Pensioni: crollo delle anticipate, crescono quelle di vecchiaia

Il report INPS 2024 mostra l'impatto delle riforme sulle pensioni: meno Quota 103 e Opzione Donna, più lavoro precario.

A cura di Scuolalink Scuolalink
29 ottobre 2025 13:30
Pensioni: crollo delle anticipate, crescono quelle di vecchiaia - Riforma Pensioni
Riforma Pensioni
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Il Rendiconto Sociale INPS fotografa una rivoluzione nel sistema delle pensioni italiane. Le riforme restrittive hanno causato un crollo delle uscite anticipate (-26% in due anni), con la quasi scomparsa di Quota 103 e Opzione Donna. Di contro, si registra un boom delle pensioni di vecchiaia, mentre cresce l'allarme per il lavoro precario.

L'analisi dei flussi pensionistici e le differenze

I numeri ufficiali del Rendiconto Sociale INPS evidenziano un cambiamento epocale. Il simbolo di questa inversione di tendenza è il crollo di Quota 100/103: si è passati dalle oltre 103.000 prestazioni di Quota 100 liquidate nel 2021 alle sole 1.154 di Quota 103 nel 2024 (-99%). Sorte simile per Opzione Donna, precipitata da 26.427 assegni (2022) a 4.784 (2024), segnando un -82%. Queste misure restrittive hanno quasi azzerato gli anticipi. Di conseguenza, le pensioni di vecchiaia sono aumentate del 23%. La dinamica ha colpito in modo differenziato:

  • Le donne hanno visto le pensioni di vecchiaia crescere del 26%, ma le anticipate crollare del 39%.

  • Gli uomini registrano +19% di vecchiaia e -15% di anticipate.

  • I dipendenti privati segnano +25% di vecchiaia e -23% di anticipate.

Il quadro del lavoro e la spesa per le pensioni

Nonostante la contrazione degli anticipi, la spesa pensionistica complessiva ha raggiunto i 320 miliardi di euro nel 2024 (+5,4% sul 2023), spinta anche dalla rivalutazione (il totale sale a 364 miliardi con l'assistenza). L'Italia conta 15,4 milioni di pensionati, ma persistono divari storici: la pensione delle donne è fino al 30% più bassa di quella maschile. Si aggrava l'allarme demografico: gli over 65 (24%) sono il doppio dei giovani 0-14 anni (12%). Il quadro sul fronte lavoro è contraddittorio. Il 2024 ha un saldo positivo di 363.000 occupati, ma l'80,4% dei nuovi contratti è a termine. Cresce la Cassa Integrazione (+19,6%) e il part-time (27,5% nel privato), spesso involontario.

Le misure di sostegno e le opzioni future

Sul fronte del sostegno al reddito, l'Assegno Unico Universale è la misura principale per le famiglie (spesa da 6,6 mld nel 2021 a 20,6 mld nel 2024). L'Assegno di Inclusione e il Supporto formazione hanno numeri più contenuti rispetto all'ex Reddito di Cittadinanza. Non tutte le misure di anticipo sono state tagliate. La Manovra conferma l'Ape Sociale per chi svolge professioni gravose, disoccupati, caregiver e invalidi civili (63 anni e 5 mesi, 30 di contributi). Riconfermato anche il bonus Giorgetti (ex Maroni), l'incentivo per chi posticipa il ritiro pur avendo i requisiti (42 anni e 10 mesi uomini, 41 e 10 donne). Si va invece verso l'addio a Quota 103 dal 2026.

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