Permessi 104 con ricovero in casa di riposo: cosa dice la Cassazione
Permessi 104 e ricovero in casa di riposo: quando spettano secondo la Cassazione. Differenza tra strutture sanitarie e residenziali, regole INPS.


Chi assiste un familiare con disabilità grave può usufruire dei permessi 104, ma il ricovero in una casa di riposo solleva alcuni dubbi. La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 21416/2019, ha chiarito che il diritto ai permessi spetta solo quando il familiare necessita ancora di assistenza, nonostante il ricovero. Se la struttura offre cure mediche continuative, il lavoratore non può richiedere i permessi.
Permessi 104 e differenza tra casa di riposo e strutture sanitarie
La Cassazione ha precisato che il concetto di ricovero a tempo pieno riguarda ospedali e strutture con assistenza medica costante. In questi casi, i permessi non vengono concessi, poiché il familiare riceve già le cure necessarie. Al contrario, le case di riposo, le comunità alloggio e le case famiglia offrono un’assistenza di tipo sociale, non sanitario. Di conseguenza, il supporto del familiare resta essenziale e i permessi 104 possono essere richiesti.
INPS e le eccezioni al divieto di permessi
L’INPS segue la stessa interpretazione e conferma che il lavoratore ha diritto ai permessi 104 solo se la struttura in cui è ricoverato il familiare non garantisce cure mediche continuative. Alcune eccezioni esistono anche nei casi in cui la persona con disabilità debba essere assistita per necessità specifiche, come il supporto affettivo o situazioni di emergenza documentate.
Chi ha diritto ai permessi 104?
La Legge 104/1992 stabilisce che i lavoratori dipendenti possono richiedere fino a tre giorni di permesso retribuito al mese per assistere un familiare con disabilità grave. Questo diritto vale anche se il familiare è ricoverato, ma solo se la struttura non assicura un’assistenza sanitaria continua. Per maggiori informazioni, l’INPS fornisce chiarimenti sulle modalità di richiesta e sui requisiti previsti dalla normativa vigente.