Plusdotati nella scuola dell’infanzia: un approfondimento essenziale

Un approfondimento sugli alunni plusdotati nella scuola dell’infanzia: segnali, errori comuni e strategie per valorizzare i bambini cognitivamente brillanti.

18 maggio 2025 08:46
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Il concetto di plusdotazione va oltre il semplice quoziente intellettivo elevato. Riconoscere e sostenere un bambino con intelligenza eccezionale già nella scuola dell’infanzia è fondamentale per garantirne il benessere emotivo, relazionale e cognitivo. Questo approfondimento esplora segnali, rischi, errori comuni e strategie per valorizzare il potenziale dei bambini plusdotati.

Chi sono davvero i plusdotati

Per plusdotazione si intende solitamente un QI superiore a 130, ma questa definizione oggi appare riduttiva. I modelli contemporanei propongono una visione multidimensionale dell’intelligenza, che include anche creatività, intelligenza emotiva e capacità relazionali. Circa il 5% della popolazione presenta caratteristiche di plusdotazione, ma molti bambini restano invisibili se non si considerano fattori meno quantificabili come la motivazione, l’empatia o la sensibilità. Nella scuola dell’infanzia, spesso il riconoscimento parte da osservazioni dei genitori o degli insegnanti, che notano curiosità precoce, memoria eccezionale e apprendimento veloce.

Quando i segnali vengono fraintesi

Molti bambini plusdotati vengono inizialmente portati nei centri specializzati per problemi comportamentali o scolastici: disinteresse, iperattività o oppositività. In realtà, questi comportamenti sono spesso manifestazioni di disagio legate alla mancanza di stimoli adeguati. Un bambino brillante può mostrare difficoltà simili a quelle di un alunno con disturbi specifici dell’apprendimento, ma per motivi opposti. Se la scuola non riconosce il suo bisogno educativo speciale, il rischio è che si sviluppino malesseri emotivi, frustrazione o isolamento. Per questo motivo è fondamentale un percorso di valutazione specialistica da parte di équipe esperte.

L’importanza del contesto educativo per i plusdotati

Una scuola dell’infanzia attenta e formata può fare la differenza. È importante non etichettare il bambino come “il più bravo” o “il genio”, ma valorizzare la sua esperienza, evitando aspettative rigide. Occorre non trattarlo da adulto, anche se dimostra capacità avanzate, né impedirgli di imparare qualcosa per timore che si annoi a scuola. Gli stimoli devono essere coerenti con l’età emotiva, non solo con quella cognitiva. La vera sfida per genitori e insegnanti è offrire una varietà di esperienze, senza forzature, accompagnando la crescita con empatia e rispetto delle sue inclinazioni.

Sostenere il talento con gli specialisti giusti

Gestire un bambino plusdotato richiede competenze specifiche. Diagnosi e interventi personalizzati dalla prima infanzia all’età adulta. Il centro accompagna famiglie e scuole nel percorso di comprensione, prevenendo il rischio che la scuola diventi un luogo di frustrazione anziché un ambiente di crescita. Una buona esperienza scolastica, specie nella scuola dell’infanzia, è il primo passo per garantire benessere psicologico e successo formativo.