Politecnico Milano, incidente in laboratorio: ricercatrice ferita gravemente

Esplode un'ampolla al Politecnico di Milano: una ricercatrice perde tre dita in laboratorio. utti i dettagli dell'incidente e l'intervento dei soccorsi.

03 giugno 2025 21:50
Politecnico Milano, incidente in laboratorio: ricercatrice ferita gravemente - Un esperimento nel laboratorio di chimica
Un esperimento nel laboratorio di chimica
Condividi

Un incidente ha scosso il Politecnico di Milano oggi pomeriggio, quando una ricercatrice ha subito gravi lesioni a seguito dell'esplosione di un'ampolla. L'episodio, avvenuto nel laboratorio dell'ateneo, ha visto la donna perdere tre dita, sollevando interrogativi sulla sicurezza nei contesti di ricerca e sull'utilizzo di sostanze chimiche pericolose. La ricercatrice, prontamente soccorsa, è stata trasportata in ospedale mentre le autorità avviavano le indagini.

Incidente al Politecnico di Milano: la dinamica dell'esplosione

Nel pomeriggio di oggi, martedì 3 giugno, un'esplosione ha scosso un laboratorio del Politecnico di Milano, situato in via Mancinelli 7. L'incidente ha coinvolto una ricercatrice di 54 anni, impegnata in manipolazioni di sostanze chimiche. Secondo le prime ricostruzioni, l'esplosione è avvenuta mentre la donna stava utilizzando una miscela di acido ipofosforoso e sali di azoto. L'ampolla che conteneva queste sostanze è esplosa improvvisamente, provocando alla ricercatrice la perdita di tre dita della mano sinistra. L'immediato intervento dei soccorsi ha garantito il trasferimento della ferita all'ospedale Multimedica di Sesto San Giovanni, dove è stata ricoverata in codice giallo.

La comunità accademica attende con ansia e preoccupazione i risultati delle indagini

La gravità delle lesioni subite dalla ricercatrice sottolinea l'estrema pericolosità delle sostanze manipolate e la necessità di protocolli di sicurezza rigorosi all'interno dei laboratori di ricerca. Questo evento ha evidenziato l'importanza della prevenzione e dell'adozione di tutte le misure atte a minimizzare i rischi per il personale che opera in ambienti così delicati, dove anche un piccolo errore o un malfunzionamento può avere conseguenze devastanti. La dinamica precisa dell'esplosione è ora al vaglio degli inquirenti, che dovranno stabilire le cause esatte e se vi siano state eventuali negligenze o violazioni delle norme di sicurezza. La comunità accademica attende con preoccupazione i risultati delle indagini, sperando che episodi simili non si ripetano in futuro.

Intervento dei soccorsi e messa in sicurezza del laboratorio

A seguito dell'esplosione, la macchina dei soccorsi si è attivata con prontezza. Sul posto sono intervenuti gli operatori specializzati dei Vigili del Fuoco, in particolare il nucleo NBCR (Nucleare, Batteriologico, Chimico e Radiologico), per la messa in sicurezza del laboratorio e la gestione delle sostanze chimiche potenzialmente pericolose. L'Agenzia Regionale Emergenza e Urgenza (Areu) della Lombardia ha mobilitato due ambulanze e un'auto medica, che hanno fornito il primo soccorso alla ricercatrice ferita. Oltre alla 54enne, erano presenti nel laboratorio altre cinque persone: quattro uomini di 33, 34, 38 e 67 anni e una donna di 30. Fortunatamente, nessuno di loro ha riportato ferite gravi, ma sono stati tutti controllati dal personale medico per escludere eventuali intossicazioni o lesioni interne.

La presenza del nucleo NBCR ha garantito che l'area fosse decontaminata e che non ci fossero rischi residui per la salute pubblica o per l'ambiente circostante. La celerità e la professionalità dell'intervento hanno permesso di gestire la situazione di emergenza in modo efficace, minimizzando ulteriori rischi e garantendo la sicurezza di tutti i presenti. Questo episodio ha riacceso il dibattito sulla formazione del personale addetto alla gestione delle emergenze e sulla dotazione di strumenti adeguati per affrontare situazioni critiche nei contesti scientifici. La corretta gestione dell'emergenza è un aspetto fondamentale per garantire la sicurezza e la salute nei luoghi di lavoro.

La sicurezza nei laboratori: un tema cruciale dopo l'incidente

L'incidente al Politecnico di Milano riporta in primo piano l'importanza della sicurezza nei laboratori, in particolare quelli dove si maneggiano sostanze chimiche pericolose come l'acido ipofosforoso e i sali di azoto. Ogni laboratorio di ricerca deve attenersi a rigorosi protocolli di sicurezza, che includono la formazione del personale, l'uso di dispositivi di protezione individuale (DPI) adeguati, la corretta manipolazione e conservazione delle sostanze, e la manutenzione regolare delle attrezzature. L'esplosione dell'ampolla solleva interrogativi sulle procedure adottate e sull'eventuale presenza di fattori di rischio non adeguatamente valutati. Sarà fondamentale che le indagini facciano piena luce sulle cause dell'accaduto per prevenire futuri incidenti. La salute e la sicurezza dei ricercatori e di tutto il personale che opera in questi ambienti devono essere la priorità assoluta, e ogni incidente deve servire da monito per rafforzare le misure preventive.

Il nodo formazione sulla sicurezza

È essenziale che le istituzioni accademiche e di ricerca investano continuamente nella formazione del personale, nell'aggiornamento delle procedure di sicurezza e nell'implementazione delle tecnologie più avanzate per garantire un ambiente di lavoro sicuro e protetto. La consapevolezza dei rischi e l'adozione di un approccio proattivo alla sicurezza sono elementi chiave per evitare che incidenti come quello odierno si ripetano, salvaguardando l'integrità fisica e la salute di chi dedica la propria vita alla ricerca scientifica. La cooperazione tra enti di controllo e istituzioni è cruciale per definire e applicare standard di sicurezza sempre più elevati, a tutela di tutti i lavoratori.

Le migliori notizie, ogni giorno, via e-mail