Polizia a scuola con YouPol: prevenzione contro il bullismo
Con l’app YouPol e la presenza quotidiana nelle scuole, la Polizia punta su educazione, fiducia e prevenzione per contrastare il bullismo.


La Polizia di Stato rafforza il proprio impegno contro il bullismo attraverso un modello educativo fondato su tecnologia, prevenzione e presenza quotidiana nelle scuole. Con l’app YouPol e centinaia di agenti impegnati ogni mattina negli istituti, le forze dell’ordine puntano a creare un rapporto di fiducia con i giovani, contrastando disagio e devianza.
YouPol: tecnologia e prevenzione al servizio dei ragazzi
La lotta al bullismo passa anche dal digitale. L’app YouPol, sviluppata dalla Polizia di Stato, consente a studenti e cittadini di segnalare in forma anonima episodi di bullismo, cyberbullismo o spaccio di stupefacenti. L’applicazione, gratuita e geolocalizzata, permette di inviare segnalazioni che vengono prese in carico non da un sistema automatico, ma da operatori specializzati, garantendo interventi tempestivi e personalizzati.
Come ha spiegato Marco Martino, direttore del Servizio Centrale Anticrimine, “la Polizia interpreta la tecnologia attraverso i social e le app, creando un contatto diretto con i giovani”. La piattaforma è così diventata un ponte di comunicazione sicuro, capace di superare la paura e il silenzio che spesso circondano le vittime. Ogni segnalazione è analizzata con attenzione, attivando, se necessario, le procedure di tutela previste.
Agenti in cattedra: educazione e ascolto nelle scuole italiane
Ogni mattina, centinaia di poliziotti varcano la soglia delle scuole non per compiere controlli, ma per educare. L’obiettivo è formare gli studenti a un uso consapevole dei social, al rispetto reciproco e alla comprensione delle conseguenze dei comportamenti violenti. “Dedichiamo molte risorse alla formazione dei giovani”, ha sottolineato Martino, ricordando che la Polizia di Stato è ormai parte integrante della comunità educativa.
Gli agenti tengono incontri interattivi con studenti e docenti, affrontando temi come cyberbullismo, sexting, sicurezza online e dipendenze digitali. Questa presenza costante consente di intercettare precocemente segnali di disagio, offrendo ascolto e supporto. La divisa diventa così un simbolo di protezione e dialogo, e non soltanto di autorità.
Una rete tra Polizia e associazioni per contrastare il disagio giovanile
Il contrasto al bullismo non può essere confinato alle mura scolastiche. Per questo, la Polizia ha stretto accordi e protocolli con associazioni e realtà del terzo settore, creando una rete territoriale in grado di intervenire dove il disagio nasce e si manifesta.
Come ha spiegato Martino, “dobbiamo saper individuare il disagio dove entra in contatto con la società civile”. Le collaborazioni permettono di raggiungere i giovani nei centri di aggregazione, nelle periferie e negli spazi digitali, offrendo percorsi personalizzati di recupero e inclusione. Questa sinergia rappresenta un nuovo paradigma di sicurezza partecipata, che affianca alle misure repressive una visione educativa e sociale, capace di prevenire prima ancora di punire.
Il progetto YouPol, insieme alle attività di sensibilizzazione nelle scuole, mostra come la Polizia di Stato stia ridefinendo la propria missione: educare per proteggere, unendo professionalità, empatia e innovazione tecnologica per costruire una cultura della legalità condivisa.