Presunti maltrattamenti ad una bambina di 9 anni: le accuse alla madre, in corso le indagini
Una bambina di 9 anni in Salento denuncia la madre per maltrattamenti aggravati. L'avrebbe picchiata e messo un asciugamano in bocca.
Un caso di presunti maltrattamenti in famiglia scuote il Salento. Una bambina di 9 anni ha denunciato la madre 40enne, accusandola di violenze ripetute. Secondo il racconto della minore, la donna usava un asciugamano per soffocare il pianto. La vicenda è emersa grazie alla zia paterna, che si è rivolta a un centro antiviolenza.
L'avvio dell'indagine dopo la segnalazione
La drammatica vicenda è venuta alla luce nei mesi scorsi, quando la zia paterna della minore, dopo aver raccolto le sue inquietanti confidenze, ha deciso di rivolgersi a un centro antiviolenza locale. La donna ha presentato agli operatori specializzati anche della documentazione fotografica che attesterebbe le ferite riportate dalla piccola a seguito delle percosse subite in casa per motivazioni apparentemente banali. L'immediata segnalazione agli organi inquirenti ha portato all'apertura di un doppio procedimento giudiziario: uno penale per accertare le responsabilità della madre e uno civile per la tutela della bambina.
I maltrattamenti nel racconto della bambina
La minore è stata ascoltata in un contesto protetto già nel marzo 2025, nell'ambito del procedimento civile davanti al giudice del tribunale per i minori, fornendo una testimonianza estremamente dettagliata e coerente. "Spesso la mamma si arrabbiava, iniziava a gridare contro di me e ad alzarmi le mani", ha riferito la bambina, descrivendo un clima di tensione domestica continua e violenza fisica apparentemente ingiustificata. L'elemento più sconvolgente del suo racconto riguarda l'utilizzo di un asciugamano che la madre le avrebbe messo in bocca "per non sentirmi piangere", un atto che le causava un concreto rischio di soffocamento.
La difesa della madre e la protezione della minore
A seguito delle accuse e per garantirne l'incolumità, il tribunale dei minori ha emesso un provvedimento d'urgenza, disponendo l'immediato allontanamento della bambina dall'abitazione materna. La minore è stata quindi collocata in una comunità protetta, dove ha dichiarato di trovarsi bene e di non voler tornare a casa, evidenziando il profondo trauma subito nel contesto familiare. La madre, sentita nel procedimento civile, ha tentato di minimizzare i fatti, parlando di severità dovuta all'esasperazione, e ha definito le accuse una "manipolazione da parte del padre".