'Progetto di vita', nuova direzione per l'inclusione delle persone con disabilità

La riforma avvia un cambiamento radicale: dalla generica inclusione al Progetto di vita personalizzato, che coinvolge scuola, lavoro e sanità

30 maggio 2025 13:47
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Il Progetto di vita” segna un cambiamento profondo nelle politiche per la disabilità, superando il concetto astratto di inclusione per affermare un approccio personalizzato, integrato e concreto. La ministra Locatelli annuncia l’avvio della sperimentazione, con implicazioni che coinvolgono anche scuola, lavoro e tempo libero

Progetto di vita: Una svolta nel concetto di inclusione

La ministra per la Disabilità, Alessandra Locatelli, ha annunciato l’avvio della sperimentazione del nuovo “Progetto di vita”, un approccio che intende superare l’idea astratta di inclusione per tradurla in un modello operativo concreto e personalizzato. Il messaggio, inviato in occasione della Giornata Mondiale della Sclerosi Multipla, è stato condiviso durante un evento alla Camera, in cui è stata evidenziata l’importanza di porre la persona al centro delle politiche pubbliche. Il nuovo modello rappresenta una rivoluzione culturale, pensata per trasformare la disabilità da condizione da assistere a percorso di piena cittadinanza.

Un approccio integrato e su misura

Il Progetto di vita proposto dal Ministero prevede l’integrazione di tutti gli ambiti di sostegno – sanitario, sociale e socio-sanitario – in un unico sistema coordinato, definito in base ai desideri, ai bisogni e alle aspirazioni della singola persona. Si tratta di un cambio di paradigma profondo rispetto agli approcci tradizionali, che tendevano a frammentare gli interventi. L’obiettivo è quello di garantire il diritto di scelta e di costruire percorsi individualizzati in grado di accompagnare ogni persona con disabilità verso una vita autonoma, partecipata e attiva.

Il progetto di vita: nuovo impatto su istruzione, lavoro e società

Come sottolineato dalla ministra Locatelli, il Progetto di vita non riguarda solo l’assistenza, ma coinvolge anche altri settori fondamentali della società. In particolare, il nuovo approccio si propone di incidere significativamente su istruzione, formazione, lavoro, attività ricreative e partecipazione sociale. L’obiettivo è offrire opportunità reali di inclusione in tutti gli ambiti della vita, rendendo la disabilità non un limite, ma una delle variabili da considerare nella costruzione delle politiche pubbliche. La sperimentazione è già in corso, anche se restano molte criticità da superare, soprattutto sul piano organizzativo e normativo.

Un impegno di sistema ancora in evoluzione

La riforma, pur essendo ancora in fase sperimentale, si inserisce in un processo più ampio di evoluzione del concetto di cittadinanza per le persone con disabilità. Il Progetto di vita richiama una visione sistemica e intersettoriale, che riconosce nella piena autodeterminazione il cuore delle nuove politiche. Secondo Locatelli, l’approccio dovrà tradursi in azioni concrete, sostenibili e personalizzate, con il coinvolgimento di istituzioni, servizi e comunità locali. Si tratta di un passaggio decisivo per trasformare i diritti esistenti in strumenti attuabili, in grado di rispondere ai bisogni reali delle persone.