Progressione stipendiale, petizione per la modifica: superate le 10mila firme su Change.org
Modifica della progressione stipendiale del personale della scuola, al fine di garantire stipendi più equi e una carriera gratificante. Sostieni la petizione.


Come risaputo è stata avviata una raccolta firme per modificare la progressione stipendiale del personale scolastico. L'obiettivo è ridurre i tempi di attesa per gli scatti di anzianità, garantendo benefici economici più rapidi e una migliore distribuzione dello stipendio lungo tutta la carriera. La proposta mira a ridare dignità a docenti e personale ATA. Di seguito il comunicato stampa giunto in redazione da parte di Davide Capobianco, promotore dell'iniziativa su Change.org.
La situazione attuale degli stipendi
Oggi, la progressione di carriera del personale della scuola impone lunghi tempi di attesa per raggiungere la massima retribuzione. Sia i docenti che il personale ATA devono attendere 35 anni di servizio per arrivare all'ultima fascia stipendiale. Questo sistema concentra gli incrementi economici maggiori verso la fine della carriera. Di conseguenza, il potere d'acquisto rimane compresso per decenni. Le fasce stipendiali attuali sono suddivise in intervalli lunghi, come quello iniziale di 8 anni, che rallentano notevolmente la crescita salariale.
La petizione su Change.org: come cambia la progressione stipendiale
La proposta di riforma punta a ridurre a 25 anni il tempo necessario per ottenere la fascia stipendiale più alta. Questo cambiamento anticiperebbe di ben 10 anni il raggiungimento del massimo stipendio. La nuova articolazione prevede fasce più brevi, come la prima di 4 anni. In questo modo gli scatti di anzianità sarebbero più frequenti. Una crescita retributiva più rapida per i docenti e il personale ATA migliorerebbe la qualità della vita durante la fase centrale della carriera lavorativa, rendendo il percorso più gratificante.
Vantaggi economici e previdenziali
L'accelerazione degli scatti stipendiali produrrebbe un impatto positivo immediato sul potere d’acquisto. Aumentare gli stipendi nelle fasce intermedie consentirebbe al personale di affrontare meglio le spese. Inoltre, raggiungere prima il livello retributivo massimo avrebbe importanti ricadute previdenziali. Lavorare più anni con lo stipendio più alto contribuirebbe a maturare una pensione più consistente. Questo è cruciale, considerando il passaggio al sistema contributivo che ha penalizzato gli importi degli assegni pensionistici.