Protesta docenti Bolzano, CNDDU: 'La crisi tra scuola e cultura'
La protesta docenti Bolzano è legittima, ma lo stop alle gite danneggia studenti e musei. Il CNDDU chiede un tavolo di confronto urgente.
La protesta docenti Bolzano evidenzia un problema reale: il mancato riconoscimento del "lavoro sommerso" e stipendi inadeguati. Sebbene le richieste siano legittime, lo stop alle attività extracurriculari sta penalizzando studenti e istituzioni culturali locali, ora in difficoltà.
Crisi scuola–cultura a Bolzano: urgenti risposte alle legittime richieste dei docenti
Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani desidera chiarire la propria posizione in merito alla protesta in atto nelle scuole dell’Alto Adige e alle conseguenze che sta producendo sul sistema educativo e culturale locale.
In primo luogo, riconosciamo la pienezza e la legittimità delle richieste presentate dal corpo docente della provincia di Bolzano: chiedono che venga finalmente riconosciuto il valore sociale della loro professione, che venga dato peso al crescente carico di “lavoro sommerso” — ore dedicate a progetti, gite, attività integrative e burocrazia che non sempre trovano riscontro economico o organizzativo. Richiedono inoltre un compenso adeguato al costo della vita locale e un alleggerimento degli adempimenti amministrativi che penalizzano la qualità dell’insegnamento.
Detto ciò, il Coordinamento è al contempo fortemente preoccupato per gli effetti che questa mobilitazione sta generando sull’offerta formativa degli studenti e sul mondo della cultura: lo stop alle attività extracurriculari — gite, laboratori, visite a musei e teatri — sta diventando una realtà concreta che penalizza gli alunni e al contempo mette a rischio l’equilibrio economico delle istituzioni culturali. Musei e teatri del territorio stanno registrando un calo drastico di prenotazioni, con ripercussioni che potrebbero protrarsi anche dopo la conclusione della protesta.
Crediamo che sia indispensabile distinguere tra due dimensioni: da un lato, la rivendicazione docente — che va sostenuta perché riguarda la dignità e la sostenibilità della funzione educativa; dall’altro, l’urgenza di garantire che gli studenti non subiscano come collateralità una trattativa contrattuale tra docenti e amministrazione. La scuola è corresponsabile della formazione dei cittadini e la cultura ne è componente fondamentale.
Il CNDDU chiede dunque che si apra immediatamente un tavolo di confronto tra docenti, amministrazione provinciale e istituzioni culturali della zona per trovare soluzioni che contemperino:
il riconoscimento e la valorizzazione della professione docente;
la riattivazione delle attività extracurriculari e culturali per gli studenti;
il sostegno concreto ai musei, teatri e altri enti culturali che collaborano con la scuola.
Chiediamo che vengano valutati in modo trasparente gli aumenti salariali, la riduzione degli adempimenti burocratici e il riconoscimento di tutte le ore effettivamente profuse dal corpo docente. Al tempo stesso, chiediamo che le scuole e le istituzioni culturali non vengano lasciate a pagare il prezzo di una mancata interlocuzione istituzionale.
In conclusione, il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani ribadisce che la qualità della scuola e della cultura non è separabile dalla dignità di chi insegna. È necessario che la trattativa non si risolva in una contrapposizione sterile, ma in un percorso condiviso che riconosca l’apporto degli insegnanti e garantisca agli studenti le opportunità formative che meritano. Restiamo disponibili ad ogni iniziativa che favorisca la riapertura del dialogo e la ripresa entro tempi ragionevoli delle attività extracurriculari.
prof. Romano Pesavento, presidente CNDDU