Quando il trasferimento per mobbing diventa legittimo

Il trasferimento per mobbing può riguardare anche chi denuncia. Quando è legittimo e cosa prevede la legge in caso di conflitti sul lavoro

12 aprile 2025 18:56
Quando il trasferimento per mobbing diventa legittimo - mobbing
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La legge e la giurisprudenza riconoscono il trasferimento per mobbing come uno strumento utile per proteggere l’ambiente lavorativo, ma richiedono una valutazione attenta e personalizzata. In alcune situazioni, persino la persona che denuncia il mobbing può subire un trasferimento contro la propria volontà. Tuttavia, bisogna verificare con precisione se i comportamenti segnalati derivano da iniziative unilaterali e sistematiche, tipiche del mobbing, oppure se si tratta di un semplice conflitto tra colleghi. Il datore di lavoro deve tutelare la salute psicofisica dei dipendenti e garantire un ambiente sereno, senza azioni che sembrino punitive o discriminatorie.

Trasferire la vittima: una decisione delicata

Chi subisce mobbing ha diritto a difendersi, a denunciare e a chiedere il risarcimento dei danni, ma non sempre queste tutele impediscono un trasferimento. Se il datore di lavoro sceglie di spostare la vittima per risolvere il conflitto, deve giustificare la decisione con l’interesse generale dell’azienda e del team. In linea di principio, dovrebbe allontanare chi crea l’ambiente tossico. Tuttavia, alcune sentenze hanno riconosciuto la legittimità del trasferimento della persona che ha sporto denuncia, soprattutto se ha contribuito al clima di tensione. In questi casi, la giustizia non parla più di mobbing, ma di eristress, cioè una conflittualità condivisa da più parti.

Cos’è l’eristress e quando si applica

Il termine “eristress” definisce una situazione di conflitto interno dove tutti i soggetti coinvolti interagiscono attivamente, anche se in misura diversa. Non si identifica una vittima vera e propria, ma piuttosto una serie di relazioni tese e destabilizzanti. Proprio in questo contesto, il trasferimento per mobbing si trasforma in uno strumento di gestione del personale e dell’organizzazione. Il datore può decidere di separare le parti coinvolte per ristabilire la serenità. Non si tratta di una punizione, ma di una misura organizzativa per prevenire danni maggiori. La legittimità del provvedimento dipende quindi dalla capacità di dimostrare l’assenza di condotte persecutorie unilaterali.

Trasferimento per incompatibilità ambientale

La sentenza n. 581/2025 del Tribunale di Milano ha confermato che il trasferimento per mobbing risulta lecito anche nei confronti di chi denuncia, se le indagini non confermano un reale caso di mobbing. Il giudice ha spiegato che il ricorrente generava un clima di stress diffuso, anche a causa delle continue segnalazioni. L’azienda ha scelto una sede vicina per ridurre i disagi, dimostrando attenzione verso il lavoratore. In simili situazioni, si parla di trasferimento per incompatibilità ambientale, adottato per separare colleghi incompatibili e non per punire qualcuno. In ogni caso, il datore deve analizzare con cura ogni segnalazione, garantendo equilibrio tra tutela individuale e benessere collettivo.

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