Regolamenti attuativi della legge 150/2024: le criticità sottolineate dal Consiglio di Stato
Pareri critici del Consiglio di Stato sui regolamenti attuativi della legge 150/2024: rilievi su iter, sanzioni scolastiche e linguaggio normativo.


I pareri espressi dal Consiglio di Stato il 13 giugno sui regolamenti attuativi della legge 150/2024 mettono in evidenza numerose criticità, sia formali che sostanziali. I testi, relativi alla valutazione del comportamento e alle sanzioni disciplinari nelle scuole secondarie, necessitano di significative modifiche prima dell’emanazione definitiva. Tra le principali osservazioni, emergono carenze procedurali, problemi di coordinamento normativo, incongruenze linguistiche e lacune nell’attuazione pratica delle nuove misure.
Regolamenti attuativi della legge 150/2024: iIter procedurale irregolare e carenze nelle consultazioni
Il primo rilievo mosso dal Consiglio di Stato riguarda il percorso seguito dal Ministero dell’Istruzione e del Merito per l’adozione dei regolamenti. In particolare, per il regolamento sullo Statuto delle studentesse e degli studenti, il parere sottolinea che le consultazioni con il FONAGS e le Consulte provinciali degli studenti risultano documentate unicamente attraverso le convocazioni, senza verbali che attestino le osservazioni effettivamente espresse. Tale mancanza compromette la trasparenza del confronto con le parti sociali e rende impossibile una valutazione compiuta del processo partecipativo.
Ancora più grave è l’errore procedurale riscontrato nel regolamento relativo alla valutazione del comportamento nel secondo ciclo di istruzione. Il Ministero ha erroneamente inquadrato il provvedimento come regolamento di delegificazione ai sensi dell’articolo 17, comma 2, della legge 400/1988. Tuttavia, il riferimento normativo corretto è il comma 1. Il Consiglio di Stato chiarisce che non è possibile modificare norme già oggetto di delegificazione mediante ulteriori regolamenti delegificanti. Di conseguenza, sarà necessario correggere il preambolo e rimuovere i riferimenti ai pareri delle commissioni parlamentari, impropri in questo contesto.
Disciplina scolastica: tra innovazioni e vuoti normativi
Il regolamento riformulato dello Statuto introduce una distinzione tra allontanamenti brevi (fino a 15 giorni) e prolungati (oltre 15 giorni) dalla comunità scolastica. Per i primi due giorni, gli studenti dovranno partecipare ad attività di riflessione sulle conseguenze del comportamento tenuto. Tra il terzo e il quindicesimo giorno, le sanzioni prevedono l’impegno in iniziative di cittadinanza attiva presso enti convenzionati.
Tuttavia, il Consiglio di Stato segnala gravi lacune nella messa in pratica di tali disposizioni. Manca una procedura uniforme per l’individuazione annuale delle strutture ospitanti da parte degli Uffici scolastici regionali, e non sono previsti criteri chiari per l’aggiornamento degli elenchi. Inoltre, l’ipotesi di svolgere le attività “a favore della comunità scolastica” in caso di indisponibilità delle strutture risulta priva di base normativa, in quanto la legge 150/2024 richiede espressamente l’intervento presso enti esterni convenzionati.
Valutazione del comportamento: regole nuove, problemi vecchi
Il secondo regolamento affronta la valutazione del comportamento degli studenti, introducendo nuove regole più stringenti. Un voto inferiore a sei decimi comporterà automaticamente la non ammissione alla classe successiva, anche in presenza di gravi e reiterate mancanze disciplinari. Per chi ottiene sei decimi, è prevista la sospensione del giudizio con l’obbligo di presentare un elaborato critico su temi legati alla cittadinanza attiva e solidale.
Nonostante l’obiettivo di promuovere la responsabilizzazione degli studenti, il Consiglio di Stato critica la formulazione di alcune espressioni, definite semanticamente inappropriate. L’uso della frase “consentire l’emersione, ove verificati, di episodi di bullismo e cyberbullismo” è considerato improprio, poiché l’accertamento degli episodi implica già la loro emersione. Inoltre, il regolamento presenta una mancanza di coordinamento con il DPR 122/2009, generando possibili sovrapposizioni e incoerenze normative.
Lo Statuto esteso alla primaria: servono coerenza e inclusività
Una delle innovazioni più rilevanti è l’estensione dello Statuto delle studentesse e degli studenti anche alla scuola primaria, con l’obbligo di sottoscrivere il patto educativo di corresponsabilità già in questa fase del percorso scolastico. Nonostante ciò, la denominazione attuale del regolamento fa riferimento soltanto alla scuola secondaria, risultando incoerente rispetto all’effettiva portata del provvedimento. Il Consiglio di Stato raccomanda quindi di aggiornare il titolo per riflettere correttamente l’estensione dell’ambito di applicazione.
A ciò si aggiunge una questione di coerenza linguistica. Nonostante il titolo del regolamento includa la formula inclusiva “studentesse e studenti”, all’interno del testo prevale il solo termine “studenti”. Si suggerisce, in linea con le disposizioni della normativa primaria, di uniformare il linguaggio per garantire parità e rappresentanza.
Regolamenti attuativi della legge 150/2024: revisione necessaria per una normativa efficace
I pareri del Consiglio di Stato, seppur non ostativi, mettono in luce come i regolamenti attuativi della legge 150/2024, pur muovendosi nella direzione di una maggiore responsabilizzazione degli studenti e del rafforzamento del ruolo dei docenti, necessitino di sostanziali revisioni. Solo attraverso un accurato lavoro di correzione delle criticità procedurali, linguistiche e normative sarà possibile garantire l’efficacia e l’applicabilità delle nuove disposizioni nel sistema scolastico italiano.